martedì 26 marzo 2024

Istantanee: il diario del mio viaggio in Vietnam

VIETNAM (26 luglio – 31 agosto 2023)
Si, il 2023 è proprio l'anno dei conti in sospeso da regolare.
Il 99,9% delle persone cui ho detto che quest'estate andavo in Vietnam ha risposto: "ma non ci eri già stato?".
No, dannazione!
Nel 2020 era tutto pronto e organizzato, avevo preso il biglietto aereo 9 mesi prima.
cartoline da pak kret
thonburi
Poi è successo quello che è successo (nota: molti hanno anche detto: "ma non c'è la guerra?"... se, vabbè, troppi film americani, però qualcuno scherzava).
Il visto tuttavia dura al massimo 30 giorni, quindi non potevo fare a meno di passare un po' di tempo a Bangkok, che è si enorme, caotica, sporca, inquinata, umidissima e rovente (oddio, in effetti in questi giorni a Roma è più caldo, è che come al solito quando entri nello skytrain tocca fare a pizze coi pinguini visto che l'aria condizionata è regolata invece sui 10 sottozero, così rischi di fregarti subito), ma non si può non amarla follemente.
E per rinnovare la mia passione per la città degli angeli, il primo giorno me ne sono andato a completare un'incursione nella zona di Thonburi iniziata 4 anni e mezzo fa.
Questa parte della città sulla sponda occidentale del fiume ancora percorsa da diversi canali era rapidamente diventata la mia preferita della metropoli, con una moltitudine di scorci pittoreschi sull'acqua, tante case di legno vecchio stile, spaccati di vita che ricordano, pur se lontanamente, quando le attività, il commercio e gli spostamenti si basavano sui canali e infine mercati dedicati prevalentemente ai residenti.
sempre thonburi
I mercati però si vedono bene di mattina, ecco perché sono tornato, anche se il motivo principale è che l'ultima volta c'era un'enorme statua di Buddha in costruzione tra i canali e ora è finita: tra l'altro mi sa che quel tempio, che unisce alla statua di cui sopra uno stupa dalle dimensioni paragonabili a quello del Wat Arun ma in cui si può entrare dentro a visitare i vari piani e affacciarsi dalle terrazze panoramiche superiori e molte pregevoli costruzioni che ne fanno quasi un villaggio, sta diventando uno dei più iconici e spettacolari di Bangkok. Mettendoci pure ciò che ha intorno diventa proprio imperdibile.
Ci è voluta la mia quinta volta qui per scoprire che dietro il centro commerciale Siam Square c'è una via pedonale con tanti neon, negozi e struscio, soprattutto giovanile ma non solo: il bello di Bangkok è che non si finisce mai di conoscerla.

Vabbè, però troppo Bangkok stroppia.
Dopo un po' viene voglia di uscire da quel casino, ma quello che proprio non manca sono le alternative per una gita fuori porta.
souvenir
pausa a ko kret
Così: sveglia di buon ora, diretto al Victory Monument e via a cercare l'autobus di linea giusto (lo scassone giusto per dirla tutta, però c'era l'aria condizionata).
E in un attimo eccomi su un battellino che attraversa il Chao Phraya scaricandomi su un'isoletta fluviale di cui avevo molto sentito parlare e mi tirava un sacco.
Ko Kret in effetti mantiene tutte le sue promesse: non ci sono auto ma solo bici e scooter e ci si immerge in un piacevolissimo paesaggio rurale tra campi, natura selvaggia, casette di legno o colorate su palafitte con deliziosi giardini, tanta acqua e scorci indimenticabili sul fiume. Il posto è anche famoso per la produzione di ceramiche e così tra una pedalata e un iced coffee fai pure in tempo a comprarti qualche coccetto.
Ieri è stata veramente una giornata perfetta.
Oggi però sono andato ancora più a nord, fino alla città di Lopburi, dove mi fermo anche per la notte.
Anche qui volevo venirci da tempo, per i templi e le aree archeologiche che sono davvero notevoli ma, come tutti, anche per le centinaia di scimmiette che la popolano.
bestiacce
lopburi
Oddio, alcune parti del centro ne sono letteralmente invase e quelle bastardine sono anche famose per essere un po' aggressive se credono che tu abbia qualcosa di commestibile con te, quindi bisogna stare sempre con le antenne dritte...e poi puzzano.
C'è da dire che a Lopburi il caldo è l'umidità sono maggiori che a Bangkok, quindi anche io sono arrivato alla guesthouse grondante di sudore e probabilmente ben lontano dall'odorare di violetta. Montare su uno scooter e prendere aria mi ha però aiutato (mai quanto la doccia prima di cena però) e anche qui mi sono buttato tra campi e scorci fluviali lasciando libero sfogo al lato bucolico che è in me.
Domani si torna nella metropoli, di idee su cosa fare ne ho parecchie, vediamo cosa esce fuori.

La domenica bisognerebbe approfittare per allontanarsi dalle zone più centrali di Bangkok, andare magari in uno dei mercati del week end come l'immenso Chatuchak o uno di quelli galleggianti, ma sarà che da Lopburi sono tornato che era già ora di pranzo, sarà che sono appena all'inizio di un lungo viaggio ed è prematuro fare acquisti che poi dovrò trasportare sul groppone per un mese (e poi di mercati galleggianti ne vedrò a iosa), sarà che dopo vari giorni fortunati assolati oggi era invece uggioso e piovosetto, me ne sono rimasto in centro a cazzeggiare cercando le vecchie magioni tradizionali (tipo Jim Thompson House ma più in piccolo per capirsi) sperse tra i grattacieli...e qualcuna l'ho anche trovata, specialmente vicino alla riva del fiume a sud di Chinatown. Alla fine però al mercato ci sono andato, quello notturno, a cena. Un bel casino.
animaletti a bangkok
Lunedì, talmente la fregola di uscire per andare a prendere il treno che ho preso solo portafoglio, cellulare e fotocamera, dimenticando lo zainetto con ombrello, acqua, crema solare ed ebook.
Viaggio noioso? No, grazie a 1, 2, 3, 4, 7a e 7b (così chiamati in base agli anni che avevano: 1 era più un 1,5 e si, c'erano anche 4 donne e 2 uomini, verosimilmente i genitori) che mi hanno circondato: 1, di fronte a me, si sporgeva dal finestrino estasiandosi per ciò che vedeva è non stava fermo un attimo, tra l'altro calpestandomi di continuo poiché troppo piccolo per controllare bene i movimenti; la bimba 2 si muoveva meno, ma chiacchiarava un sacco lanciando sorrisi e smorfiette a tutto il vagone con la sua faccina simpatica; 3 era deliziosa e un bel tipetto, sedeva alla fila davanti ma veniva spesso a lisciarsi il papà e a sgranocchiare snack con 1; 4 era molto buono, si è fatto notare solo quando con fare da vero ometto è venuto a portare un biscotto a 2; 7a era parecchio quieta, si affacciava solo per richiamare 3 a posto, ma mai come 7b, carinissima nella sua divisa scolastica con le treccine e la mascherina (con quel caldo povera piccola), è stata tutto il tempo in silenzio con le braccia in grembo e se non avesse sbattuto ogni tanto gli occhi guardando fuori avresti pensato che fosse disegnata. Alla fine il viaggio è passato velocemente sogghignando mentre osservavo 1, 2 e 3. Al ritorno invece ho dormito.
Ah, il palazzo reale di Bang Pa In è un bel posto.
ma come?
Oggi, ultimo giorno a Bangkok, me ne sono andato verso la foce del Chao Phraya a Samut Prakan, posto bello ruspante dove ho scoperto un'alta e moderna torre dove si sale gratuitamente e si vede intorno per chilometri e chilometri, dai grattacieli della metropoli in lontananza fino appunto al mare. Ma ora basta, sono tre anni che aspetto, domani finalmente si va in Vietnam.
Qualche curiosità apprezzata finora:
- l'80% delle persone sullo skytrain e sulla metro porta ancora le mascherine;
- più ci si allontana dal mare e più il caldo è peggiore, a Lopburi per esempio era peggio che a Bangkok, però la sera era invece un pochino meglio;
- nella stazione di Lopburi la polizia turistica è venuta a intervistarmi, a lasciare il loro biglietto da visita e si sono fatti anche la foto con me mentre me lo davano;
- lungo le tratte in treno si passano delle stazioncine in legno deliziose;
- ho visto adolescenti thailandesi coi famigerati calzoni con elefanti, ora li ho anche io perché a Bang Pa In in calzoncini non si poteva entrare e ho dovuto comprarmeli (tanto costano meno di 3 euro), c'è da dire che sono leggerissimi.

E insomma: Vietnam, era ora!
Atteso, sognato, bramato.
in crociera
vietnam diario di viaggio
si pagaia
E per cominciare, dopo una prima notte ad Hanoi buona solo per prendere le misure (insomma, per capire quanto è incasinata, però così a pelle mi piace), visto che il meteo lo consentiva, tanto valeva togliersi subito questo dente e farsi la crociera nella baia di Halong.
Detto così pare quasi uno sforzo vero?
No, la baia è eccezionale, una meraviglia assoluta e nonostante il tempo nuvoloso e la pioggia a tratti (che comunque ha lasciato ampi periodi asciutti per fare i vari sbarchi, attività e godersi pure un bagnetto e un po' di spiaggia) non perde assolutamente in fascino, anzi, forse quell'aria ammantata lo aumenta addirittura.
Però è talmente famosa, talmente imperdibile, che uno ha quasi l'ansia da prestazione quando si trova da queste parti, quindi vai, facciamola subito, rimaniamo incantati com'è giusto che sia e poi possiamo finalmente andare a cercare i posti belli ruspanti come piacciono a me.
Tra l'altro è stata la mia prima crociera...e due giorni e una notte sono bastati a confermarmi che non sono un tipo da crociera (domanda: quanti di voi hanno letto "una cosa divertente che non farò mai più "?).
relax in canoa
cabina da crociera
Comunque non ne ho avuto abbastanza e ho scelto di fermarmi un altro giorno e una notte sull'isola di Cat Ba, che già solo il ferry per arrivarci dai moli dove partono le crociere è un ulteriore tour turistico (solo che costa meno di 2 euro e mezzo). In un'oretta attraversa infatti tutto il fronte delle isolette passando tra strettoie e baiette incantevoli, così se ti sembrava di non aver fatto abbastanza foto puoi correre ai ripari. L'isola è la più grande della zona e attraversandola in taxi per arrivare al villaggio principale sembra di perdersi nella giungla tanto è verde e rigogliosa, peccato abbia piovuto tutto il tempo, altrimenti noleggiando uno scooter c'era da divertirsi.
La cittadina è per famiglie vietnamite in vacanza, però con gli ambienti circostanti meravigliosi e un po' di spiagge. Nel pomeriggio ha anche smesso di piovere e mi sono potuto fare un tuffo, però c'era molta onda. E per finire, una mega mangiata di pesce.

Il tempo continua a non essere clemente, però a parte qualche debole e sparuto scroscio non piove anzi, oggi verso l'una e mezza ha fatto persino capolino il sole...che emozione, sentivo uno strano calore diretto addosso.
vietnam diario di viaggio
paperelle
Non che cambi molto in realtà, tanto anche se la temperatura non arriva a 30 gradi, l'umidità al 99,99% fa si che sei sempre fradicio, sembra di muoversi in un bagno turco.
A Ninh Binh, dove sono ora, di acqua ce n'è tanta pure per terra, d'altronde se ci sono tutte queste risaie che circondano le colline calcaree ricoperte di vegetazione un motivo ci deve essere, mica può essere solo pioggia.
Il posto merita moltissimo, davvero scenografico. E così basta ricordarsi la mantellina antipioggia (sono stato previdente, avevo studiato) e i sandali per non bestemmiare troppo quando passi sul fango e via in scooter a infilarsi per stradine di campagna e scovare panorami, grotte e templi.
E adesso andiamo off topic: gli asiatici, più di altri, hanno un problema con le foto, ma davvero.
In questi luoghi paesaggisticamente clamorosi si vede una moltitudine di donne tutte acchittate con vestitini colorati di raso o simili, trucco e parrucco, che monopolizzano gli angoli più pittoreschi con veri e propri shooting fatti quasi sempre da un parente o dall'amica con cui poi si scambia di ruolo, la maggior parte ragazzette tra i 16 e i 24 anni (ma ne ho viste anche di 10, vestite a colori pappagalleschi, trecce e ciuffi, trucco pesante, belle come il sole ma poverine, in maglietta e calzoncini avrebbero sofferto molto meno), carine per carità, ma poi le vedi arrancare sui gradini delle lunghe scalinate per i punti panoramici tenendosi le gonne per non inciampare e sudando (io stavo buttando più liquidi delle cascate dell'Iguazu, ma ero in maglietta e ciavatte e sticazzi che sudo, era messo in conto).
vietnam diario di viaggio
babbione
Anche l'altro giorno al mare, mentre in tanti ci stavamo facendo sbatacchiare dai cavalloni, tre ragazze hanno passato un'ora in vestitino a farsi le foto a vicenda sempre con lo stesso sfondo.
Ma poi alla fine, il luogo conta qualcosa?
Bah, meglio il gruppone di babbione locali che al tramonto nello spiazzo centrale di Tam Coc faceva balletti e ginnastica in musica (le foto, sia delle ragazzette che di queste ultime signore attempate le ho fatte con la fotocamera e non col cellulare, quindi non posso pubblicarle ora).
E ora, bus notturno verso le montagne e l'altra destinazione da "ansia da prestazione".

Ecco, se finora mi aveva sostanzialmente detto bene col tempo - nuvoloso ma a parte qualche sporadico scroscio soprattutto durante i trasferimenti in bus o nave quasi niente pioggia - a Sapa il caro Giove pluvio si è ripreso tutto con gli interessi.
Due giorni di pioggia quasi ininterrotta.
compagno fedele
vietnam diario di viaggio
bimba hmong
Certo, ciò non mi ha impedito di macinare chilometri tra campi e risaie verdissime, villaggi tradizionali, cascate e torrenti in piena in uno spettacolare scenario montano, però di salire sulla vetta del Fansipan, la montagna più alta dell'Indocina, non era il caso (soprattutto perché tra teleferica, cabinovia e trenino a cremagliera ci vogliono 50 euro e con questo tempo erano davvero buttati).
Posti bellissimi, mamma mia però quanta acqua e fango ho preso!
Oggi forse è stato anche peggio di ieri, la giornata è infatti cominciata con un viaggio di mezz'ora in motoretta sotto l'acqua con la visiera del caschetto che mi sgocciolava addosso.
In tutto ciò però: le ho portate per due settimane sul groppone, ce le porterò per le altre 3 settimane di viaggio che mi mancano, ma questi due giorni le scarpe da trekking sono state una vera mano santa.
Ha smesso di piovere ed è uscito addirittura un po' di sole solo oggi pomeriggio, verso la fine del trekking, giusto per mostrarmi i colori al massimo e svelare le piene potenzialità della valle, ma comunque le cime delle montagne sono rimaste incappucciate.
Ieri ho fatto dei giri da solo in posti raggiungibili autonomamente, oggi invece ho fatto uno splendido trekking guidato verso i villaggi hmong. Quello che mi ha colpito è che ho incontrato quasi solo donne: la mia guida, una dolce e tosta ragazza di 27 anni, mi ha spiegato che la loro società è fortemente patriarcale e che le donne si fanno un culo come un secchio mentre gli uomini per la maggior parte bevono e cazzeggiano e che lei si è sposata vecchissima (a 21 anni) perché invece i suoi genitori sono gajardi e l'hanno fatta studiare (tra l'altro il famoso viaggio in motoretta l'ho fatto con suo fratello minore mentre quello di ritorno, senza pioggia per fortuna, col padre).
tanto fango
vietnam diario di viaggio
quando passa 'sto carro?
Ieri a cena infine, a scuola di "pho" (la tradizionale zuppa di noodles vietnamita: buona, però i beef noodle taiwanesi rimangono inarrivabili) con un vecchio, il padre della proprietaria-cuoca della bettola in cui sono andato a cena, che mi si è messo vicino e mi spiegava a gesti di dover mettere gli spaghetti con le bacchette sul cucchiaio e immergerlo poi nel brodo e in più mi portava pezzi di una specie di pasta fritta da sbriciolarci dentro e foglie fresche di piante aromatiche da mischiare nella ciotola. Tutto simpatico e interessante, se non fosse che il suddetto vecchio mi è rimasto accanto fino alla fine e a ogni boccone mi sembrava di star sostenendo un esame.
Domani si torna ad Hanoi, per visitarla stavolta.

Dopo 6 ore di viaggio tutte col sole pieno, il primo da quando ho messo piede in Vietnam, è bastato scendere dal bus per far scatenare un violento acquazzone tropicale, di quelli che in 20 minuti ti tira giù un metro d'acqua.
due gocce
train street free
hanoi è umida
Hanoi mi ha accolto così. Poi la situazione non è migliorata molto nei giorni successivi: almeno due volte al giorno si scatenavano degli autentici nubifragi che trasformavano le strade in veri fiumi e che hanno limitato la mia libertà d'azione.
Ad ogni modo, la prima impressione avuta una settimana fa, quella di metropoli vivace, piacevole e autentica, sembra confermata, peccato il tasso di umidità alle stelle che ti fa essere sempre completamente bagnato, pioggia o no.
I palazzi si accalcano un po' uno sull'altro, ma spuntano tanti eleganti edifici coloniali, non solo quelli grandiosi di musei e istituzioni, ma anche semplici residenze popolari. Le strade poi, grandi o piccole che siano, sono tutte alberate e sui marciapiedi fiancheggiati di caffè e botteghe non è insolito trovare assembramenti di chioschi e bancarelle che in alcuni casi danno vita a mercati più che ruspanti: ne ho persino trovato uno pieno di animali vivi, volatili e pollame soprattutto.
Tutto ciò, la parte "commerciale" soprattutto, si amplifica nella cosiddetta "città vecchia", che è come un unico grande mercato, in buona parte dedicato ai turisti ma con macchie di genuinità assolutamente da non sottovalutare.
Poi invece c'è la parte monumentale, quella con la cittadella, il mausoleo di Ho Chi Minh e il tempio della letteratura.
ginnastica al parco
foto mentre mi fai foto
Proprio in quest'ultimo, una maestra in gita con la classe mi ha chiesto di conversare qualche minuto in inglese con i suoi ragazzini: è stato divertente, solo domande semplici e a nessuno di loro è venuto in mente di chiedere che lavoro facessi.
Hanoi mi piace, speravo però di godermela un po' meglio ma la pioggia (e pure 'sta cazzo di umidità che a 28 gradi ti fa sudare come una fontana già al secondo passo...se non proprio da fermo) ha deciso altrimenti.
Però almeno il mercato notturno nella città vecchia me lo sono potuto girare (sudando) per bene.

Cambio di prospettiva.
Un aereo mi ha portato nel Vietnam centrale, dove non è la stagione delle piogge. Infatti c'è il sole. Fa ben più caldo che ad Hanoi, però sembra più secco, almeno da fermo non sudi (google dice 37 gradi, percepiti 46...mi sa che ad Hanoi erano tipo 28 gradi, percepiti 72, come quando nella sauna butti l'acqua sulle braci per fare vapore e sudare).
ravioli destrutturati
il dragone
Atterrato a Danang e subito una volata verso Huè, subito noleggiato uno scooter e subito alla stazione dove un'impiegata gentile e sveglia ha reso liscissimo l'acquisto di due biglietti da utilizzare nei prossimi giorni, uno notturno fondamentale.
Il buongiorno si vede dal mattino (anche se in effetti era sera), dicono.
Bella Hue, città imperiale con la cittadella, le monumentali tombe degli imperatori sperse nella campagna circostante, il Fiume dei Profumi, tanti locali e vita serale.
Parliamo però di cose importanti.
Innanzitutto, la cena migliore (e probabilmente anche più tipica) finora in Vietnam, in un vicoletto scuro con quasi solo homestay che da qualche parte deve essere indicato perché me l'ero segnato: una vecchia di una homestay vedendomi dubbioso mi ha indicato un ristorantino sulla terrazza di un'altra homestay dicendomi che era buono. C'ero solo io, però la signora mi ha portato delle foglie di banano al vapore che una volta aperte nascondevano una specie di ravioli destrutturati che si raccoglievano col cucchiaio ed erano clamorosi, poi una terrina con pezzi di pesce e una salsa spessa in cui insaporire il riso lesso.
Tutto fantastico e con 2 birre ho speso in totale 8 euro.
foto ricordo
tra i giovani
Poi: seconda intervista in inglese da parte di ragazzini delle elementari, davanti all'ingresso della cittadella, solite domande standard ma questi si segnavano le risposte (il mio nome
, con quella doppia s, gli asiatici li mette proprio in difficoltà) e poi mi hanno anche regalato i dolcetti e voluto fare la foto insieme. Stupidamente non me la sono fatta passare, però poi, in una delle tombe imperiali che era tutta una fila di scalini col sole a picco, sulle panche davanti al ventilatore ero circondato da 3 ragazze e 2 ragazzi dell'età dei miei studenti con la madre di due di loro, tutti vestiti (madre compresa) con gli abiti imperiali a noleggio per farsi le foto fiche nei posti fichi. Mi chiedevano se erano belli con quegli abiti (erano bellissimi), erano simpatici e gentili e abbiamo chiacchierato un po': con loro la foto ce l'ho, forse un po' saturata ma vabbè.
Mi è piaciuta Hue e mi sono divertito, però tutto il giorno in giro in scooter con quel sole che menava, ora ho le braccia che vanno a fuoco, ci ho pure messo la crema ma niente (la faccia per fortuna era coperta dalla visiera del cappellino e dal casco, oltre che dalla crema, ma un po' mi brucia uguale).

Appena sceso dal treno che da Hue mi ha portato a Danang ho fatto esattamente ciò che mi aveva messo in testa il gestore dell'homestay ad Hanoi: fuori la stazione ho affittato uno scooter per 4 giorni e a Hoi An ci sono andato con quello (ci vuole non più di una mezz'ora, più o meno come da Ostia a Torvajanica, a parte il tempo perso ad aspettare sotto una tettoia che un temporalone di passaggio proprio in quel momento, con prima e dopo tutto sole, perdesse forza e rendesse sufficiente la mantellina).
Non solo.
spiaggie di hoi an
verso my son
Anche al sito archeologico di My Son ci sono andato con quello. E poi in spiaggia, in giro nelle campagne intorno Hoi An e ci sono ovviamente tornato a Danang, visto che una notte e quasi due giorni me li facevo lì.
Solo nella città vecchia di Hoi An mi sono mosso a piedi: è pedonale!
Che dire di quello che è forse il posto più famoso, in voga e gettonato dai turisti in Vietnam?
Che in effetti è davvero graziosa, però in certi momenti sembra di essere in uno di quei centri commerciali cinesi a tema storico, solo che le case e le botteghe sono originali e non ricostruite, però la merce in vendita sembra la stessa.
Anche quando di sera si accendono tutte quelle lanterne e i barchini con le luci colorate portano a spasso i turisti sul fiume è suggestivo, ma dopo un po' ti chiedi se sei mica al luna park. Insomma, bella è bella, accogliente pure, però è pure un po' una pacchianata.
My Son è interessante e ben organizzata, certo lontana da siti fantasmagorici come Angkor o Bagan, ma si gira piacevolmente nonostante il solleone.
Per la giornata di ferragosto sono riuscito pure ad andare in spiaggia e fare il mio terzo bagno nel Mar Cinese Meridionale: ho resistito addirittura 50 minuti perché il sole era coperto dall'immancabile (ormai l'ho capito) temporalone di metà pomeriggio, ma stavolta ero una quindicina di chilometri più a sud e l'ho solo visto passare da lontano senza prendere una goccia (fuck you temporalone!). Il posto era bello e l'acqua caldissima, sembrava pulita.
vietnam diario di viaggio
tutti a mollo dopo il tramonto
Di Danang dicono che sia la città col più alto tenore di vita e in maggiore sviluppo del Vietnam. In effetti ormai è una vera metropoli piena di grattacieli e tanti altri in costruzione. È molto piacevole, anche se da visitare non c'è moltissimo e si basa quasi tutto sulle spettacolari vedute dai grandi ponti che attraversano il fiume Han (uno con strutture a forma di spire di drago che la sera pare sputi anche fuoco), oppure sul bellissimo promontorio a nord.
Però che spiagge che ci sono.
Lunghe chilometri, larghissime e in piena area urbana. Curiosamente, il litorale alle quattro e mezza era praticamente deserto, la folla è arrivata una mezz'oretta dopo, quando il sole si stava già nascondendo dietro ai grattacieli (d'altronde fa molto caldo e i raggi sono potentissimi) e alle nuvole di "Lui", l'immarcescibile temporalone delle 5 o giù di lì, che però oggi è andato a smandruppare i marroni un po' più a sud.
Si sta proprio bene a Danang, ma ora ho un treno notturno da prendere.

Continua quindi il mio incedere verso sud.
vietnam diario di viaggio
ordinato a casaccio
Il viaggio notturno in treno è andato liscio come l'olio, avevo una branda al posto superiore in una cuccetta da 4 e ho dormito come un ghiro. Nello scompartimento con me c'erano due signore e una ragazza vietnamite che viaggiavano insieme a un gruppone e che a colazione continuavano a sbucciare frutta varia e a passarmela.
Nha Trang come posto per fare vita da spiaggia è se possibile ancora meglio di Danang. Gli elementi sono quelli: spiagge lunghissime in pieno centro, una bella baia con le isole davanti, acqua pulita e calda (anche se qui leggermente meno, ti dava quasi un po' di refrigerio), grattacieli subito dietro e la gente che arriva in massa quando il sole scende dietro a questi. Qui in spiaggia ci si va al tramonto, d'altronde alle donne piace restare bianche, tanto che sulla sabbia e a mollo ci vanno vestite.
Quello a Nha Trang è stato probabilmente l'ultimo bagno in mare dell'anno, perché poi mi sono subito spostato a Dalat, sugli altopiani, dove i colonizzatori francesi e successivamente tanti turisti di ogni parte del mondo vanno per sfuggire al caldo opprimente e godersi la natura e gli ambienti montani.
maniche lunghe
aò, facce 'na foto
In effetti la temperatura è perfetta, nella stanza non c'è l'aria condizionata e nemmeno serve, per andare sullo scooter ho dovuto ritirare fuori le maniche lunghe e, poiché ovviamente piove, ho addirittura rimesso le scarpe da trekking, così magari ci si leva un altro po' del fango di Sapa.
In effetti, oltre alle varie costruzioni coloniali francesi è bello girare per la zona ad ammirare laghi, foreste e cascate ma anche campi, piantagioni di tè e caffè e un'infinità di serre dove coltivano fiori e verdure per cui la città è famosa...e tutto senza sgocciolare come un guanciale riscaldato...certo un po' di pioggia in meno magari...
È stato bello respirare, ora però mi rituffo nel calderone per l'ultima zona di questo mio viaggio in Vietnam.

HCMC, che tutti qui continuano con naturalezza a chiamare Saigon, è l'altro faro del Vietnam.
ufficio delle poste
bus deluxe
La grande metropoli del sud è di aspetto più moderno rispetto alla tradizionale Hanoi, peculiarità che la avvicina un po' come colpo d'occhio ad altri centri nevralgici cinesi o del sud-est asiatico.
Forse per questo viene visitata un tantino di corsa dalla maggior parte dei turisti.
Di carattere e di spunti invece ne ha eccome ed è piacevole da scoprire con calma.
Innanzi tutto, qui sole e nuvole, temperatura accettabile e umidità pure, per cui sono potuto tornare a macinare chilometri a piedi senza rischiare di morire disidratato o per un colpo di calore...e la cosa mi piace!
Una ventina di chilometri di camminata (dovevo sfogarmi) mi hanno portato tra mercati e angoli squisitamente vietnamiti, musei interessanti (tra i quali quella mattonata allo stomaco del museo dei residuati bellici, obbligatorio ma tosto) e palazzi storici, templi di almeno 4 religioni diverse, vialoni pedonali, grattacieli e immancabili vie d'acqua.
Proprio alla fine del giro, ancora non erano le 5 quindi in lieve anticipo rispetto al solito, è però tornato a trovarci il Temporalone Smembra-zibidei, qui in versione mega con raffiche di vento che sembravano voler tirar giù i ponteggi della cattedrale.
tunnel di cu chi
nei tunnel
Ma io ero fortunatamente al riparo nell'adiacente storico edificio centrale delle poste. Lì, seduto su una panchina, sono stato accerchiato da un gruppetto tutti con la stessa maglietta e una ragazza mi ha chiesto se poteva farsi delle foto con me, così abbiamo cominciato a chiacchierare. Erano 6 ragazze e un ragazzo, venivano da Hanoi, la maglietta non ho capito bene cosa c'entrasse ma studiavano coreano e presumibilmente sarebbero dovuti andare in Corea, una mi ha detto che sarebbe voluta venire a studiare anche in Italia. Nora, quella delle foto (non è il suo vero nome ma mi ha detto di chiamarla così) era simpatica e carinissima e quando le ho detto che ero un insegnante è andata in visibilio.
Oh, se due indizi fanno una prova, a quanto pare ho un ascendente pazzesco sulle diciottenni vietnamite...ma una, che sò, sui 35-40 proprio no eh?
Per il resto, forse la zona più tradizionale è quella intorno all'ex quartiere cinese, ben distante da quello che può essere considerato il centro, dove fare una scorpacciata di templi (ma non mancano una chiesa e una moschea) per poi trovare ai due lati di un largo viale una lunga sfilata di erboristerie orientali.
Ora mi sono preso una pausa dalla metropoli per farmi un paio di giorni nel delta del caro vecchio Mekong.

Il Mekong è ormai come uno di quei vecchi amici lontani, che ogni tot anni rivedi col piacere di quando sembra che invece siano passati solo pochi giorni e niente sia cambiato tra di voi.
vietnam diario di viaggio
molto vietnam
vietnam diario di viaggio
che impressione!
Eppure questo immenso fiume di importanza seminale per i popoli indocinesi ho potuto vederlo in situazioni tra le più disparate: da linea di frontiera tra verdi campagne a simbolo di metropoli passando per via d'acqua tra le montagne e fonte di vita di città minori, fino ad arrivare qui, dove i suoi bracci ampi come laghi scorrono placidi verso il termine di un percorso che sembrava invece quasi infinito.
Mi manca solo di incontrarlo giovane e impetuoso tra le montagne dello Yunnan, ma lavoreremo anche su questo.
Ho trovato Can Tho diversa dalle altre città vietnamite: nonostante il milione e mezzo di abitanti ha un nucleo urbano centrale compatto e facile da girare a piedi e un'atmosfera quieta e piacevole, quasi da villaggio di campagna. La gente per strada ti saluta e ti sorride senza secondi fini; insomma, un posto che una sosta la merita.
Quello che invece è un po' una trappola per turisti è Il famoso mercato galleggiante di Cai Rang, dove le barchette dei venditori (quasi solo di frutta peraltro) sono un numero infimo rispetto ai barconi che trasportano turisti e dove i negozi sulle chiatte vendono la solita roba dozzinale (che però, c'è da dire, viene in effetti prodotta nelle fabbriche della zona), il tutto con sveglia alle 4:30 perché poco dopo l'alba è già tutto finito...sembra quasi una punizione.
sonno
La cittadina di Vinh Long invece non ha quasi nulla di attraente e, nonostante sia la più vicina all'altro mercato galleggiante più famoso, Cai Be, non c'è nessuno che organizzi tour e l'unico modo per visitarlo è cercare un taxi (opzione che prima dell'alba non mi tirava affatto e sono rimasto a dormire: che poi, se è come quell'altro, poco male). Di bello però c'è che proprio di fronte all'abitato, raggiungibile con un ferry che costa 4 centesimi, si trova l'isola fluviale di An Binh, un'oasi di pace campagnola da girare beatamente con la bici affittata in una delle guesthouse.
Ciao Mekong, è stato bello incontrarci ancora, alla prossima.
Ora sono tornato a Saigon a prepararmi psicologicamente al viaggio della speranza che dovrò intraprendere per tornare a casa e di cui parlerò direttamente dal mio divano a Genzano.

Per finire in bellezza i racconti del mio viaggio estivo: ecco dunque la cronaca del mio laborioso ritorno a casa dal Vietnam.
un passaggio?
Lunedì alle 7 di mattina, un'amica graziosissima e spaventosamente dolce, conosciuta in rete 3 anni fa durante il primo lockdown (quando le speranze di andare in Vietnam quell'estate non erano ancora naufragate) e con la quale sono riuscito a incontrarmi diverse volte in questi giorni, mi è venuta a prendere e mi ha portato prima a fare colazione e poi all'aeroporto: il tutto in motorino. D'altronde Saigon è forse l'unica tra le grandi metropoli dove ciò è possibile visto che lo scalo internazionale è praticamente in centro (dal mio appartamento erano 6 km, ma non temete, stanno giustamente costruendo un nuovo aeroporto bello in culonia come si conviene).
magioni in legno
Un giorno e mezzo a Bangkok sono passati tra shopping e relax senza quasi mai uscire dal quartiere di Pratunam, ma hanno portato una situazione meteorologica sempre calda, ci mancherebbe, ma forse più vivibile rispetto a fine luglio e una situazione sociale del tutto nuova per me in Thailandia, ovvero vedere dei thailandesi fortemente straniti: al controllo passaporti dell'aeroporto a mezzanotte passata c'erano infatti solo 4 sportelli aperti e una lunga fila di gente che ha richiesto più di un'ora per essere smaltita, con gli addetti nervosissimi che sbraitavano spesso e volentieri alla volta dei viaggiatori che si impappinavano con la procedura.
Poi sono venute 7 ore di scalo in Bahrain (tra l'altro i sedili della Gulf Air devo dire che sono particolarmente comodi e ho dormito come un pupo) dove sono riuscito ad uscire (cosa molto semplice in realtà, ti mettono un timbro, gli dai circa 12 euro ed è fatta) e andare a fare una passeggiata nella cittadina storica subito accanto all'aeroporto, rientrando un po' in anticipo perché mano a mano che il sole saliva il caldo diventava sempre più intollerabile, ma è stata comunque un'esperienza interessante.
ci sono
in strada in bahrein
La tappa successiva, quella più corposa, sono state 25 ore di scalo a Riyad dove ho affittato una macchina e me ne sono andato in giro. La capitale dell'Arabia Saudita è enorme, da un estremo all'altro saranno 40 km ma d'altronde problemi di spazio lì non ne hanno di certo, moderna, bruttarella, incasinata e con tanto traffico, però non le mancano i motivi di interesse e dato che il visto in mio possesso mi permette di tornarci entro un anno non è detto che non mi prenda la voglia di andare a finire il lavoro (magari in inverno, visto che giovedì c'erano 43 gradi e quando stavi al sole sembrava che ci fosse uno che ti calava una mazza da baseball direttamente dietro i reni, tuttavia il clima secco faceva si che all'ombra si respirasse abbastanza e i portici e i mercati dentro i mall con l'aria condizionata rendevano il camminare meno faticoso che ad Hanoi).
a riyad
Che dire alla fine di questo viaggio? Il tanto sognato Vietnam non ha deluso le aspettative: è un paese bellissimo con una grandissima varietà di motivi di interesse e con gente gentile e accogliente. Per la prima volta sono venuto in Indocina in estate, le altre sempre a capodanno, e penso che sarà anche l'ultima (che vengo d'estate eh, perché nel sud-est asiatico sono deciso a tornarci molte altre volte) poiché il tempo è invece un problema, dove il caldo tutto sommato normale è però reso insopportabile da un'umidità folle e io non sono più giovane e resiliente come una volta e odio sudare come una fontana da fermo e avere la faccia completamente bagnata a tempo pieno.
Per finire, i classici fatti e considerazioni:
vietnam diario di viaggio
birra o città
- in Vietnam, molte birre portano il nome della città di provenienza, così puoi trovare non solo la famosa Saigon o la Hanoi, ma anche la Haipong, la Halong ecc...se poi a Roma facciamo economia sulle lettere della parola birra dicendo bira (in realtà diciamo bbbbbbira), qui vanno anche oltre: birra si dice “bia”;
- la moneta vietamita è il Dong e 1 euro vale circa 26000 dong, ovviamente non ci sono monete e la banconota più piccola è quella da 1000 dong (ovvero meno di 4 centesimi di euro)...ma no, torniamo alla lira, sono tanto belle quelle monete che non valgono la carta su cui sono stampate!
- a Sapa vendevano le coppiette, non so se fossero di maiale, di certo non erano di cavallo o somaro, ma erano indiscutibilmente coppiette;
- a Ninh Binh se ne vedono parecchi, ma anche altrove, ma di certo gli allevamenti di papere un sorriso te lo strappano (e sono anche gustose);
- la popolazione del Vietnam è giovanissima, ovunque sei circondato da stupendi bambolotti e bambolette dagli occhi a mandorla incuriositi dagli stranieri, ma in effetti anche gli adolescenti e post-adolescenti lo sono e non mancano l'occasione di interagire un po':
- sono stato fermato diverse volte da qualcuno che voleva una foto con me, alcuni anche in situazioni strane, tipo quello che voleva una foto mentre mi faceva una foto o quello che voleva un selfie mentre entrambi facevamo il dito medio;
- c'è tanto traffico e i motorini sono milioni, però i post su come attraversare mi sembrano esagerati (per non dire che mi sembrano proprio fuffa), alla fine ci sono i semafori, vanno tutti pianissimo e basta solo fare attenzione a quelli contromano o che svoltano a destra durante il rosso (si può fare), ma rischi di essere arrotato molto più a Roma che ad Hanoi o Saigon;
- in estate piove, ma anche se stai riparato dopo poco sarai comunque bagnato fradicio per l'umidità:
- rimango sempre colpito dalla capacità degli asiatici, giapponesi in primis ma anche gli altri non scherzano, di fare photobombing;
- passando accanto a una risaia è incredibile come la temperatura cali e la sensazione di fresco si manifesti improvvisa e piacevole;
- molti portano la mascherina, le donne in particolare poi si coprono moltissimo per andare in motorino, anche con quel caldo bestia;
vietnam diario di viaggio
humberger?
- ma quanto fa schifo il Durian? Nelle volte precedenti avevo assaggiato pancakes e dolcetti fatti col durian e non erano male, stavolta sono riuscito a mangiarlo fresco e assoluto e: cavolo, è davvero disgustoso! L'odore di fogna irrancidita è ben noto, il sapore in alcuni momenti e nel retrogusto non è forse malissimo, ma ha comunque delle sfumature e degli attimi in linea con l'odore, ma la cosa allucinante è la consistenza, sembra melma, melma dall'odore di fogna rancida. Mamma mia!
- nel delta del Mekong usano più la forchetta delle bacchette;
- l'Italia, gli italiani, la lingua italiana, in vietnamita vengono indicati semplicemente con Ý, questo crea qualche problema quando cerchi sul traduttore di google di un telefonino vietnamita;
- per fare cin cin si dice yo.
Amo il sud-est asiatico!


Come da tradizione, ecco un breve video con le tappe del viaggio:



Nessun commento:

Posta un commento

Lasciate un commento, sarà un piacere per me leggerlo e rispondere il prima possibile.