Il Lago di Nemi è il più piccolo, coprendo una superficie di meno di 2 chilometri quadrati, dei due specchi d'acqua dell'area dei Castelli Romani ed è situato nella parte meridionale del massiccio vulcanico dei Colli Albani, circa 25 km a sud di Roma.
|
il lago dal vecchio pontile |
|
da sotto a genzano |
La sua origine vulcanica è evidente, poiché il lago stesso si trova sul fondo di un cratere secondario nella cinta esterna del Vulcano Laziale ormai quiescente. Storicamente, quest'area ha rappresentato un luogo privilegiato di villeggiatura e di divertimento fin dai tempi dell'antica Roma, nonché un sito sacro per la presenza di un bosco e un santuario dedicati alla dea Diana (Nemus Dianae), dalla quale derivano il nome del borgo di Nemi, che domina la scena dall'alto di uno sperone roccioso, nonché il romantico appellativo con cui spesso viene chiamato il bacino stesso (Specchio di Diana): testimonianze di tutto ciò sono giunte fino ai giorni nostri e si trovano in quantità lungo le sponde.
|
genzano |
|
presso il museo |
Per arrivare a ridosso dell'acqua, l'unica strada carrozzabile è Via Diana, quella che scende da Genzano, in particolare da Piazza Dante, poiché Via Perino, la via più breve, è ormai completamente dissestata e percorribile solo a piedi, andando a costituire però una splendida passeggiata, mentre la via provinciale che scende dal borgo di Nemi è interrotta proprio a ridosso del piccolo abitato, ma per chi è allenato è invece un ottimo percorso da fare in bici. Sia da Genzano che da Nemi si dipanano poi diversi sentieri nei boschi che rimangono in alto, sul bordo del cratere, andando anche a incrociare un tratto della Via Francigena.
|
museo |
|
museo delle navi romane |
|
museo delle navi romane |
|
museo |
|
museo |
|
museo |
Subito in fondo a Via Diana, poco dopo un piccolo tratto di basolato romano, si trova il primo sito culturale di una certa rilevanza.
|
museo |
|
museo |
Il Museo delle Navi Romane purtroppo non ospita più gli scafi delle due gigantesche imbarcazioni risalenti all'epoca dell'imperatore Caligola: lunghe più di 70 metri e presumibilmente destinate a ospitare feste e celebrazioni religiose, esse sono andate perdute in un incendio nel 1944. Tuttavia il complesso dalla funzionale forma a doppio hangar, costruito appositamente in epoca fascista per le due navi, non è assolutamente privo di interesse e al suo interno si possono ammirare, oltre che le copie in scala 1:5 delle imbarcazioni, numerosi reperti originali ripescati dal lago nei secoli (scampati al fuoco poiché si trovavano nel Museo Nazionale Romano) e molti altri provenienti dal Tempio di Diana.
|
museo |
|
museo |
Quest'ultimo era un grande e importante santuario particolarmente attivo già dal II secolo avanti Cristo che fu abbandonato in tarda età imperiale. Al giorno d'oggi solo una piccola parte dell'enorme complesso è visibile, ma tutt'ora sottoposto a scavi e restauri: per raggiungere il sito basta camminare per pochi minuti in salita imboccando una stradina che si trova alla fine del rettilineo successivo al museo, poco meno di 1 km dopo questo e subito dopo l'incrocio con la via che sale al borgo di Nemi, quando la via principale curva bruscamente. Nei periodi in cui non si scava, il sito è abbandonato, ma si può girare liberamente e con circospezione ammirando i resti dei nicchioni, dei porticati e di alcuni altri ambienti dai quali si intuisce la magnificenza che doveva avere il santuario.
|
locali dell'acquedotto |
|
verso l'emissario |
Proseguendo invece per un
altro po' lungo la strada asfaltata, si incontra una fontanella (con
l'acqua, buonissima, che arriva direttamente dalle sorgenti più in
alto) e un bivio con un sentiero in salita che arriva fino in centro
a Nemi. Lungo la salita si incontrano alcuni ruderi di vecchi mulini,
di una chiesetta paleocristiana e di un antico complesso termale che
si pensa possa essere quello della Ninfa Egeria, oltre che delle
piccole grotte, resti di un'antica necropoli; successivamente si
incrocia anche l'edificio appartenente ai locali dismessi
dell'acquedotto, dalla cui terrazza si apre un panorama magnifico.
Poco prima di giungere a quest'ultimo però, individuabile solo
grazie a un tubo che sbuca dal terreno, si dipana un altro sentiero
che si inoltra nel bosco arrivando a ridosso dei giardini pubblici di
Nemi.
|
sentiero dell'eremo |
|
locali dell'acquedotto |
La salita è piuttosto
impervia, ma molto interessante poiché lambisce dei terrazzamenti
appartenenti al complesso del Tempio di Diana e l'imbocco di altre
grotte, per arrivare infine, giusto premio per la fatica e il
disagio, all'affascinante Eremo di San Michele Arcangelo. Questo
antico speco trae le sue origini in epoca paleocristiana, anche se
l'aspetto odierno è dovuto agli interventi medievali: la grotta
naturale è liberamente accessibile (il cancello del 1917 che chiude
l'imbocco è in realtà sempre aperto) e all'interno, rivestito in
peperino, si possono ancora osservare un altare e i resti di diversi
affreschi.
|
tempio di diana |
|
tempio di diana |
|
tempio di diana |
|
vigne sulle sponde |
|
il lago |
|
nemi e monte cavo |
L'ultimo sito storico si raggiunge invece con una stradina che parte sulla destra, in corrispondenza di una madonnella, poco dopo la metà della discesa di Via Diana e in qualche centinaio di metri porta a un piccolo parcheggio e all'Emissario.
|
ingresso dell'emissario |
|
emissario |
Questo tunnel artificiale buca tutta la montagna fino a sbucare a Vallericcia per una lunghezza di ben 1653 metri ed è un'opera ingegneristica di livello incredibile se si pensa che risale addirittura al VI secolo avanti Cristo. Le popolazioni pre-romane lo hanno infatti costruito per regolare il livello del lago e proteggere così il primo santuario di Diana, nonché per utilizzare l'acqua al fine di irrigare i terreni di Vallericcia stessa. Nel 1928 poi, gli ingegneri che si occuparono di svuotare il lago per recuperare le navi, lo restaurarono e vi fecero passare il grosso tubo di metallo che è ancora oggi osservabile lungo tutto il percorso.
|
uscita emissario |
|
emissario |
Attualmente infatti, l'Emissario è liberamente accessibile e costituisce un'avventurosissima escursione per chiunque. Va detto, tuttavia, che è decisamente sconsigliabile affrontare l'intero tragitto da soli e senza attrezzatura: l'interno è infatti completamente al buio e per buona parte della camminata si cammina accucciati (e oltre 1 chilometro e mezzo in queste condizioni non è proprio uno scherzo) e ci si può ritrovare anche con l'acqua alle caviglie, per cui sono assolutamente necessari torce e caschetti di protezione, abbigliamento che copre spalle e braccia e magari stivali di gomma (anche se io l'ho fatta in sandali sportivi senza problemi). Non pensate neanche lontanamente infine, di effettuare l'escursione se avete problemi di claustrofobia.
|
il lago |
|
il lago |
|
emissario |
|
da nemi |
|
dalla strada per nemi |
|
il lago |
Anche per quello che riguarda il relax e la natura il Lago di Nemi può senz'altro dire la sua, dato che le sue acque sono ormai da parecchi anni tra le più pulite della regione.
|
sentiero degli acquedotti |
|
primo punto panoramico |
Le sue dimensioni più contenute rispetto al vicino Lago Albano e la profondità di gran lunga minore rispetto a questo, ne rendono la superficie sempre molto calma e priva di correnti e mulinelli, mentre l'acqua in estate è piacevolmente calda rendendolo particolarmente adatto alla balneazione. Tutto l'ambiente però è piuttosto selvaggio e mancano completamente le ampie spiagge e gli stabilimenti che caratterizzano il suo fratello maggiore, mentre i punti dove fare vita balneare sono pochi e scomodi, per cui non sono moltissime le persone che amano sostarvi. |
dal sentiero delle piagge |
|
dai locali dell'acquedotto |
Quella a cui ci si
riferisce normalmente parlando di “spiaggia”, di terra e sassi, si trova alla fine della strada asfaltata, poco prima che Via Perino ricominci a salire verso Genzano, dove una volta c'era il ristorante La Fiocina (spostatosi ora sul versante opposto, vicino al museo), ma non è l'unico punto
con accesso all'acqua in grado di ospitare più di qualche gruppetto
di persone. Uno di questi si trova per esempio di fronte al museo e
per arrivarci bisogna passare accanto all'edificio del ristorante
(che una volta era il Capriccio sul Lago ma ora ha appunto ereditato il nome dello scomparso La Fiocina), aggirandolo e trovandosi così in un vasto prato, dove la
spiaggia vera e propria è tuttavia piccola, ma consente di buttarsi
a mollo ed è l'unico punto buono da cui poter osservare il lago a
pelo d'acqua da questo versante.
|
primo punto panoramico |
|
sentiero degli acquedeotti |
Il periplo del lago consta di una passeggiata di circa 6 km, molto bella da fare a piedi, dove più di metà tragitto (dall'Emissario alla spiaggia principale, passando davanti al museo) è asfaltato e carrozzabile, mentre per coprire la parte rimanente bisogna imboccare la ripida stradina che da Via Perino scende verso ovest e passa sotto alle rupi di Genzano per poi, costeggiando campi e orti, trasformarsi in uno stretto sentiero vicino l'acqua che sbuca nello spiazzo vicino l'Emissario. In tutto questo percorso non è infrequente imbattersi in qualche mini-spiaggia o in un angusto approdo tra le canne dove potersi sistemare in solitaria a fare il bagno e godere di una pace impagabile.
|
secondo punto panoramico |
|
sentiero degli acquedotti |
|
sentiero degli acquedotti |
|
lago |
|
terzo punto panoramico |
|
secondo punto panramico |
Oltre al giro del lago, tutta l'area della caldera e gli immediati dintorni offrono diverse possibilità per chi ama camminare nella natura.
|
sentiero degli acquedotti |
|
acquedotto |
La strada provinciale che da Genzano va a Nemi è ricca di splendidi panorami, ma niente in confronto a quelli che si possono ammirare dai sentieri nei boschi che uniscono le due cittadine costeggiando il cratere sul lato occidentale. Il più bello in assoluto viene chiamato Sentiero degli Acquedotti, che parte da quella che su Google Maps è indicata come Piazza Paolo Mocchetti e si snoda sul costone del cratere, quasi 200 metri più in alto dello specchio d'acqua. La primissima parte è un po' scomoda e scoscesa, ma ben presto ci si ritrova in mezzo al bosco e si incontrano diverse sorprese.
|
cascatella |
|
acquedotto |
Dopo tre punti panoramici assolutamente spettacolari si devono infatti attraversare alcuni passaggi tra le rocce - delle piccole grotte di qualche metro di lunghezza in effetti - per poi incontrare gli scavi dell'acquedotto e una scenografica cascatella, lambendo anche una necropoli dell'età del bronzo. Il sentiero sbuca sulla Via Francigena per cui, girando a destra si arriva a Nemi, mentre prendendo a sinistra si raggiunge la sorgente di Fontan Tempesta, dalla quale una rete di sentieri permette di raggiungere il lago Albano, arrivare ai Pratoni del Vivaro o salire addirittura fino a Monte Cavo, mentre il comodo sentiero delle Piagge si snoda tra prati e tratti di bosco ritornando a Genzano su Via delle Piagge, a poche decine di metri dal punto di partenza. |
fontan tempesta |
|
via francigena |
Per chi volesse
organizzare una gita giornaliera giù al lago senza ricorrere a un pranzo al
sacco, oltre al ristorante ci sono anche alcuni agriturismi nella
zona intorno al Tempio di Diana; è bene però ricordare che intorno
allo specchio d'acqua non ci sono altri servizi di nessun tipo (bar,
servizi igienici o altro, l'unico aiuto è la fontanella), quindi se si vuole rimanere in zona per più di qualche ora
bisogna essere organizzati e consapevoli. Lo Specchio di Diana e i suoi dintorni non sono di certo luoghi per "comodoni", ma formano uno scenario davvero splendido dove fare molteplici attività estremamente soddisfacenti. |
boschetto di bambù |
|
boschetto di bambù |
|
boschetto di bambù |
|
museo delle navi |
|
sentiero delle piagge |
|
via francigena |
|
lago con la neve |
|
lago con la neve |
|
genzano |
Nessun commento:
Posta un commento
Lasciate un commento, sarà un piacere per me leggerlo e rispondere il prima possibile.