Sono diverse le voci che assegnano a Flores il titolo di "più bella" tra le isole indonesiane e in effetti questa terra dalla superficie pari a poco più della metà della Sicilia ha una varietà di paesaggi, una ricchezza di vegetazione e una scena culturale di grande interesse che le donano un fascino davvero immenso cui nessuno può rimanere indifferente.
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Muoversi attraverso i suoi oltre 350 km di lunghezza richiede però tempo e pazienza perché, se è vero che oltre alle agenzie che organizzano tour non mancano i mezzi per spostarsi in autonomia, la complessa topografia della sua superficie, montagnosa e irregolare, unita al fatto che le strade sono tutte piuttosto strette, compresa la direttrice principale che percorre l'isola dall'estremità occidentale a quella orientale, dilatano oltremodo la durata dei viaggi. Tre sono invece gli aeroporti presenti: Labuanbajo, Ende e Maumere. Avendo probabilmente programmato di atterrare nel primo di questi per visitare il meraviglioso Parco Nazionale di Komodo e Rinca, un'ottima idea potrebbe essere quella di ripartire dal secondo, convenientemente situato a metà dell'isola.
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In effetti i due giorni e due notti da me programmati per questo itinerario si sono rivelati appena sufficienti per andare dalla località di partenza a quella di arrivo visitando velocemente solo alcuni tra i siti di maggior interesse che si incontrano lungo la via. I 260 km di strada che separano Labuanbajo da Bajawa hanno infatti richiesto 12 ore di viaggio su un pulmino scassato e pieno di spifferi (cosa che, dove la strada saliva ben oltre i 1000 metri di quota, con nuvoloni e pioggia di contorno, mi ha fatto battere i denti per il freddo) che mi ha scaricato a destinazione dopo il tramonto nonostante la partenza avvenuta prima dell'alba.
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A Labuanbajo sono molte le agenzie che vendono i biglietti per i mezzi che percorrono la Trans-Flores Highway (nome altisonante per quella che è poco più di una tortuosa stradina di campagna, ma comunque la principale arteria dell'isola) alla volta delle varie località situate lungo di essa, tuttavia conviene cercare il biglietto con almeno due giorni d'anticipo poiché i mezzi non sono moltissimi e il pomeriggio prima di partire ho dovuto girare parecchio per trovare qualcuno che avesse ancora posti disponibili rischiando seriamente di rimanere a Labuanbajo.
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Un'idea da tenere seriamente in considerazione, quando possibile, è di programmare almeno una notte in più e spezzare il viaggio fermandosi a Ruteng, una cittadina di montagna con discrete attrezzature turistiche situata più o meno a metà strada e con diverse attrazioni nei dintorni, capitanate dagli Spider Net Rice Fields nel vicino villaggio di Cancar, delle stupefacenti risaie disegnate come la tela di un ragno (anche la semplice vista da google maps è impressionante). Il viaggio fino a Bajawa è lungo e faticoso dunque, ma i paesaggi che si incontrano sono stupendi e lungo la strada si alternano montagne brulle e spigolose ad altre dalle forme più morbide e coperte di vegetazione, vulcani dall'inconfondibile profilo, torrenti impetuosi, campi e risaie dagli incredibili toni di verde da cui spuntano le sagome dei contadini al lavoro, giungla e foreste d'altura, villaggi e mercati, dure salite e discese vorticose che riportano fino alla costa dove si attraversano i villaggi dei pescatori: di certo non ci si annoia.
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La cittadina di Bajawa è probabilmente la località turistica più importante della parte occidentale di Flores e si trova a oltre 1100 metri di quota al centro di una zona ricca di motivi di interesse. Per tale motivo può quindi esibire una discreta offerta di servizi turistici concentrati principalmente, ma non solo, nella zona meridionale dell'abitato intorno alla via principale. Il Madja Edelweis Homestay (da non confondere con l'hotel Edelweis lì vicino) è una graziosa residenza gestita da una famiglia gentilissima e molto disponibile; tra i diversi ristoranti che invece si susseguono lungo la via principale, il Camellia, più semplice e tranquillo, e il Dito's, dall'ambiente più grazioso e vivace, si sono rivelati entrambi due buone scelte.
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La cittadina in sé non ha molto da vedere, a parte qualche scorcio di vita autentica che comunque ha il suo fascino, ma sono l'ambientazione e, soprattutto, i siti naturalistici e culturali, legati alle tradizioni della popolazione Ngada, che ne caratterizzano i dintorni a rendere il luogo assolutamente indimenticabile.
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Affittando un scooter (anche l'homestay ne ha alcuni a disposizione) si può infatti percorrere un anello stradale lungo alcune decine di chilometri che parte accanto all'area di parcheggio che funge da terminal dei bus, circa un chilometro a sud dell'abitato in corrispondenza dell'incrocio della Trans-Flores Highway con la strada che attraversa la cittadina e si dirige verso la costa settentrionale dell'isola, e passa in mezzo al bosco incrociando diversi piccoli villaggi e regalando una grande quantità di vedute panoramiche meravigliose, di scorci pittoreschi e di affascinanti sprazzi di vita.
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A dominare la scena si innalza il poderoso (e un po' inquietante) cono del vulcano Inerie e il tratto iniziale del percorso punta diretto verso le sue pendici attraversando il villaggio di Langa, sul quale incombono i quasi 2200 m della montagna e dove già si cominciano a intravedere le prime abitazioni tradizionali. L'attrazione principale della regione si incontra però dopo che la strada curva, lambendo la fiancata orientale dell'Inerie, dove sorge il villaggio tradizionale ngada di Bena. Le caratteristiche abitazioni in legno dai tetti spioventi di paglia disposte a cerchio intorno a un terrapieno pietroso e circondate dalla foresta rappresentano una delle immagini più scenografiche di tutta l'Indonesia e la popolazione è ben felice di accogliere i turisti (bisogna registrarsi all'ufficio all'ingresso del villaggio e pagare un economico biglietto di ingresso).
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Da queste parti si pratica il cristianesimo (religione principale a Flores) misto all'animismo e dunque si richiede un comportamento e un abbigliamento adeguato. A pochissima distanza da Bena sorge anche il villaggio gemello di Luba, più piccolo ma ugualmente affascinante e dove potreste ritrovarvi ad essere gli unici turisti. Oltrepassando Bena e proseguendo in discesa verso la costa si incontrano diversi altri villaggi tradizionali e alcune sorgenti calde, mentre proseguendo sull'anello stradale, esplorando un po', si possono scoprire dei punti panoramici e delle cascate (che nebbia, nuvole basse e mancanza di tempo mi hanno impedito di vedere) prima di attraversare altre cittadine e risbucare sulla Trans-Flores Highway. Il giro breve non richiede più di mezza giornata in scooter ma approfondendo e cercando di fermarsi in tutti i villaggi, sorgenti e siti interessanti vari si potrebbe rimanere anche più di un giorno.
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Il mezzo migliore per andare da Bajawa ad Ende è il taxi condiviso (tutti i gestori degli alloggi possono procurarvi un passaggio su uno di questi), sicuramente più comodo e veloce dei bus ma che potrebbe seguire un percorso non proprio diretto per poter raccogliere i passeggeri, cosa che però non è detto che sia un male.
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verso bajawa |
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verso bajawa |
Percorrendo una strada secondaria nel primo tratto ho infatti avuto l'occasione di osservare altri tipi di paesaggi caratteristici dell'isola e vedute spettacolari, come una serie di vallette selvagge e steppose subito dopo aver superato le sorgenti calde di Mangeruda oppure la grande vallata tropicale dominata in fondo dalla mole dello spettacolare vulcano Ebulobo per finire con gli aspri paesaggi costieri dell'ultimo tratto di percorso fronteggiato da una piccola isola boscosa. La città di Ende è una delle principali di Flores e sorge all'inizio di un bellissimo promontorio vulcanico, tuttavia da vedere non c'è molto, a meno da non considerare tali la bella spiaggia di sabbia nera lungo la parte iniziale della costa occidentale del promontorio, le casette basse e colorate di fronte al porto e l'ambientazione tropicale.
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ende island (wiki commons) |
La popolazione locale considera come il centro cittadino la zona di fronte all'aeroporto, dove ci sono le attività serali e i negozi di stampo moderno, tuttavia la parte un po' più pittoresca, dove ci sono le botteghe del mercato e una certa vivacità, almeno di giorno, è quella a sud del porto. L' F Hostel Ende si trova abbastanza lontano da quest'ultima zona, essendo situato al limitare orientale dell'abitato un paio di chilometri dopo l'aeroporto, è però una struttura ottima ed economica, moderna, pulita e ben organizzata, dalle camerate comode e dallo staff gentile e competente. Intorno all'incrocio davanti al terminal aeroportuale si incontra una profusione di super economiche tavole calde classiche indonesiane (contraddistinte in genere dalla scritta masakan padang), ma girando un poco si trova anche qualche piacevole caffè-birreria di aspetto più occidentale, come per esempio il J Cafe, dove poter abbandonare per una sera l'onnipresente riso e pollo.
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ende (wiki commons) |
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ende (google maps) |
Fermarsi più di una notte ad Ende potrebbe non essere una cattiva idea, oltre a godersi un po' di vita balneare infatti, la cittadina può fungere da base di partenza per i trekking sul promontorio e sui rilievi vulcanici alle spalle dell'agglomerato urbano, oltre che nel parco nazionale del Kelimutu, uno spettacolare vulcano attivo coperto di foresta e con tre laghi nei pressi della cima che rappresenta forse la maggiore attrazione dell'isola (visitabile anche con dei tour giornalieri oppure fermandosi a dormire nella cittadina di Moni, a circa 1 ora e mezza da Ende, base per altri magnifici trekking). Da segnalare infine che per chi non proviene da Komodo, l'aeroporto di Ende è di gran lunga il punto di accesso più comodo per visitare la zona di Bajava.
(16-18 agosto 2018)
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