martedì 22 dicembre 2020

I Pratoni del Vivaro

Col nome di Pratoni del Vivaro viene indicata un'ampia vallata, lunga una decina di chilometri circa, facente parte del Parco Regionale dei Castelli Romani e situata all'interno dei territori comunali di Rocca di Papa, Velletri e Rocca Priora, nella zona sud-orientale del massiccio montuoso dei Colli Albani, chiusa tra la cinta interna e quella esterna di quello che anticamente era il grande Vulcano Laziale.

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doganella e monte artemisio
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via dei pratoni e artemisio
I quasi 600 metri di quota cui si trova quest'area e la sua particolare posizione, delimitata a nord dal Maschio delle Faete (che con i suoi 956 metri è la cima più alta dei Colli Albani) e a sud dal monte Artemisio (con la più alta delle su tre cime, il Peschio, che arriva a 939 m), sono la causa del suo clima piuttosto umido e dalle temperature sensibilmente più basse che nel resto dei Castelli Romani, sfavorendone storicamente l'insediamento umano (anche al giorno d'oggi c'è solo una piccola frazione di poche centinaia d'abitanti nella parte settentrionale dell'altopiano) e preservandone così gli aspetti di tipo più naturalistico.

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monte cavo e maschio delle faete
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maschio delle faete
Ne esce quindi fuori un paesaggio di montagna, con fitti boschi e ampi prati, quasi impensabile considerando i 30 km scarsi che separano il sito dal centro di Roma. Oltre alla vicinanza fisica, punto di forza dei Pratoni del Vivaro è anche la relativa facilità con cui può essere raggiunta dalla capitale: una strada provinciale larga e dritta attraversa la valle in tutta la sua lunghezza e connette tra loro le due importanti vie di comunicazione della Via dei Laghi (che si dipana dall'Appia all'altezza di Ciampino per poi ricongiungercisi a Velletri e dalla quale in men che non si dica si possono raggiungere Genzano, Ariccia e Albano) con la direttrice delle via Anagnina-Tuscolana (e quindi con Frascati, Grottaferrata e la zona di Cinecittà, oltre che con Artena).


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pratoni del vivaro
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monte artemisio
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rocca priora dai pratoni






La parte sud-occidentale della vallata è un vero paradiso per gli amanti del trekking e della mountain bike, con chilometri e chilometri di sentieri e carrarecce che riportano verso la cinta interna del vulcano e permettono di raggiungere anche la sommità del Maschio delle Faete e dello scenografico Monte Cavo (948 m).

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pratoni del vivaro
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centro ippico federale
Non solo, riattraversando la Via dei Laghi, le varie piste si riconnettono con i sentieri che arrivano fino al Lago di Nemi e al Lago Albano andando anche ad incrociare il percorso della Via Francigena (qui potete trovare una mappa con tutti i sentieri segnati della zona). Più impervio è il lato dell'Artemisio, ma comunque non mancano un paio di sentieri che lo risalgono fino alle cime del Peschio e del Maschio d'Ariano (dove ci sono le rovine di un castello medievale e da dove il panorama sulla valle e sulle zone interne del Lazio è assolutamente meraviglioso), anche se la rete più ampia di piste è quella che riscende sull'altro versante, verso Lariano e Velletri.

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centro ippico federale
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pratoni del vivaro
La porzione della vallata a nord-ovest della via provinciale, nella parte centrale del percorso di quest'ultima, è più ampia e caratterizzata dalla presenza di diversi circoli ippici e di allevamento di cavalli, con scuole di equitazione e la possibilità di organizzare passeggiate a cavallo. Uno di questi appartiene proprio al CONI e può contare su una vasta area attrezzata e un terreno di 150 ettari dove in molti vanno anche solo per passeggiare o approfittare dei prati ottimamente tenuti, magari per fare un pic nic.



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pratoni del vivaro
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pratoni del vivaro
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doganella innevata






La parte più settentrionale della valle è quella abitata, con un consorzio privato di ville e con il piccolo borgo, che ospita tra l'altro un osservatorio astronomico e una stazione meteorologica, ma è qui che si possono trovare i due siti più interessanti dal punto di vista naturalistico.

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bosco del cerquone
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bosco del cerquone
Sul lato occidentale del tratto finale della strada provinciale ci sono gli accessi al Bosco del Cerquone, una foresta di 70 ettari che, unica nel suo genere nel territorio, è interamente composta da vegetazione originaria e presenta quindi l'aspetto che aveva già prima del XVI secolo, quando migliaia di castagni vennero piantati nel resto dei Colli Albani allo scopo di fornire legname, soppiantando così gli alberi autoctoni. Inoltrandosi nel bosco, anche abbandonando i sentieri che lo percorrono, si possono così osservare tigli, aceri e, soprattutto, moltissime querce, principalmente lecci e farnie, alcune di queste ultime vecchie di secoli e dal tronco enorme, oltre che uno scenografico sottobosco fatto di felci e arbusti vari. L'ambientazione e l'atmosfera all'interno di questo bosco sono davvero affascinanti e valgono senz'altro la pena di arrivare fin qui.

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bosco del cerquone
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bosco del cerquone
Proprio di fronte al Cerquone invece, a est della via provinciale si vede un pascolo ondulato che ricorda una piccola conca. Questa zona si chiama Doganella e fino all'inizio degli anni cinquanta del novecento ospitava un piccolo lago, poi prosciugato, ma anche al giorno d'oggi la falda acquifera affiora generando un pantano e qualche stagno, dalle dimensioni variabili a seconda della stagione e della piovosità. Tale acquitrino riveste una grande importanza dal punto di vista zoologico poiché vi abitano diverse specie di anfibi, tra cui addirittura rari tritoni e salamandre (che purtroppo sono molto "timidi" e di non facile individuazione), fungendo inoltre da "stazione di sosta" per molti uccelli migratori. L'area al momento è recintata e usata come pascolo, ma è molto interessante e se vi verrà consentito nuovamente il libero accesso (gira voce che si stia ripristinando il lago), una visita la merita senz'altro: una buona idea intanto è quella di percorrere la via sterrata (cui si accede dalla Tuscolana, poche centinaia di metri dopo l'incrocio con la provinciale dei Pratoni) che passa alle spalle dei pantani e si inoltra tra i boschi che ricoprono l'Artemisio e si collega ai sentieri che corrono su tutto il crinale della montagna.


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bosco del cerquone
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bosco del cerquone
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area del CONI






Con tali caratteristiche, non sorprende che i Pratoni del Vivaro siano una delle mete preferite dagli abitanti di Roma e delle cittadine dei Castelli Romani per il pic-nic di pasquetta o del primo maggio, quando vengono letteralmente invasi di persone.

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pantani della doganella
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dal CONI al cerquone
Tuttavia l'altopiano è una destinazione amatissima durante tutto l'anno, a partire dai mesi estivi, quando rappresenta un salvifico diversivo per sfuggire all'afa e alla calura opprimente della metropoli. In primavera e in autunno sono in molti a frequentare la zona per praticare sport all'aperto, fare camminate per godere dei colori intensi (fiori e verde smeraldo o foliage che sia) o far volare droni e modellini (c'è anche un piccolo campo di volo), ma anche in pieno inverno la zona ha un grande fascino poiché a causa del microclima le precipitazioni nevose sono molto più frequenti che nei vicini centri urbani e non è insolito ritrovarsi davanti a un paesaggio completamente imbiancato e incantevole.

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alle spalle della doganella
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pantani della doganella
Si può programmare una scampagnata anche approfittandone per pranzare in uno dei ristoranti a ridosso della vallata: ce ne sono diversi lungo la Via dei Laghi a breve distanza dall'incrocio con la provinciale dei Pratoni (i più conosciuti sono Da Baffone, Monte Artemisio, Le Colombe e il ristorante all'interno dell'Agriturismo Iacchelli, ma ce ne sono diversi altri) oppure lungo la via Tuscolana sotto all'abitato di Rocca Priora. Da segnalare infine anche un piacevolissimo ristorante all'interno del Circolo Ippico Federale del Vivaro.



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pratoni innevati
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pratoni innevati
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pratoni innevati

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pratoni innevati
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pratoni innevati
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pratoni innevati











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