Al Muharraq: cosa fare durante un lungo scalo in Bahrein

Il Regno del Bahrein è un piccolo stato insulare collegato da una serie di ponti alla costa orientale dell'Arabia Saudita nei pressi della città di Dammam, mentre solo qualche decina di chilometri più a est si incontra il Qatar.

tra i vicoli di al muharraq

laguna dohat arad

La nazione è piccolina, coprendo una superficie paragonabile a quella dell'isola greca di Cefalonia (o poco più di tre volte l'isola d'Elba), quasi tutta concentrata nell''isola principale che dà il nome allo stato e nella quale si trova anche la capitale Manama: l'aeroporto internazionale si trova però sull'isoletta secondaria di Muharraq, a nord-est dell'isola maggiore, con la quale è collegata da ponti. Come meta turistica, il Bahrein è molto meno frequentata dei suoi vicini e degli altri stati che si affacciano sul Golfo Persico, con l'economia trainata principalmente dal petrolio e dalla finanza. Il suo aeroporto internazionale non rappresenta poi un hub fondamentale per il traffico aereo nella regione ed è servito quasi esclusivamente dai voli della compagnia di bandiera Gulf Air (con la quale ho volato da Bangkok a Riyad durante il mio viaggio di ritorno dal sud-est asiatico), per cui il paese rappresenta una destinazione abbastanza insolita sia come meta vera e propria di un viaggio che come scalo, ma in quest'ultimo caso c'è comunque la possibilità di trarre beneficio dal tempo disponibile.

laguna dohat arad

dohat arad park

abitato di al muharraq

Passare i controlli e muoversi in autonomia

Per entrare in Bahrein non serve visto, basta il passaporto con validità residua di almeno 6 mesi e pagare una piccola tassa di ingresso direttamente al controllo documenti dell'aeroporto (l'estratto conto della mia carta parla di 12,33€), quindi, avendo oltre 7 ore di scalo da passare, valeva senz'altro la pena di uscire a fare una passeggiata invece che aspettare nei gates.

muharraq garden

strade di al muharraq

Il centro di Manama dista circa 7 km dal terminal e ci sono alcune efficienti linee di autobus che permettono di raggiungerne i punti più interessanti o le altre località di rilievo del paese, tuttavia c'è una semplice e validissima alternativa per una breve escursione senza dover procurarsi della moneta locale e senza coinvolgere la capitale, le cui grandezza e complessità non sono trascurabili e mal si sposano con le poche ore a disposizione. Solo 500 metri a sud-ovest del terminal sorge infatti la cittadina storica di Al Muharraq che dunque, complice anche la temperatura attenuata dal fatto che fosse mattina presto (sono atterrato circa alle 7 e poco dopo ero già per strada ma, come si può ben immaginare, il 30 agosto non è proprio il giorno ideale per camminare all'aperto in Bahrein), risulta facilmente raggiungibile anche a piedi.

tra i vicoli

Cosa fare e vedere ad Al Muharraq

Al Muharraq è al momento la terza città del paese per grandezza, ma fino al 1932 ne ha ricoperto il ruolo di capitale, potendo contare anche su una storia antichissima e diverse testimonianze che ripercorrono gli ultimi due secoli.

tra i vicoli

piccola moschea

Purtroppo la città non è piccolissima e con la temperatura che continuava a salire la passeggiata stava diventando quasi insostenibile, inoltre diversi siti erano soggetti a massicce opere di restauro, un insieme di lavori che però sta via via dando vita a un interessante itinerario storico-culturale che nei prossimi anni potrebbe acquisire una certa importanza. Ad ogni modo, bastano pochi minuti a piedi dall'aeroporto per arrivare nel Dohat Arad Park, che si affaccia sulla laguna omonima e su un'ampia vista che arriva fino ai grattacieli di Manama alle spalle dell'abitato di Al Muharraq; dal parco poi, un passaggio sopraelevato pedonale permette di scavalcare la superstrada ed entrare così nell'area urbana, moderna e residenziale fino a quando non si arriva al triangolare Muharraq Garden, oltrepassato il quale le strade si fanno più strette e tortuose annunciando l'ingresso nella parte più antica.

seyadi house

nel centro storico

Qui ci si può immergere nel labirinto di vicoli (decorati da striscioni, ma non so quanto in modo permanente) incontrando abitazioni tradizionali e piccole moschee; il percorso principale segue tuttavia il viale Shaikh Isa fino ad arrivare al punto focale del centro storico. Prima di questo però, vale la pena di fare una piccola deviazione verso ovest per ammirare il bel complesso Seyadi, formato da un'antica casa tradizionale e da una graziosa moschea, entrambe risalenti alla seconda metà del XIX secolo e con i lavori di restauro quasi conclusi (la moschea dovrebbe essere funzionante), seguito a poca distanza dall'altro edificio storico della Jamsheer House, ora centro culturale. Il complesso e la piazzetta sono il punto di arrivo del cosiddetto Pearling Path, il "sentiero delle perle": un itinerario di 3,5 km insignito del titolo di patrimonio UNESCO che tocca siti legati al commercio delle perle per cui il Bahrein era famoso e nel centro storico di Al Muharraq comprende anche alcune residenze appartenute a ricchi mercanti, come appunto la Seyadi House.

galleria in casa tradizionale

seyadi house

jamsheer house

Non sono poche le abitazioni storiche ad essere state trasformate in centri culturali e gallerie, dando alla città vecchia diversi altri motivi di interesse.

jamsheer house

moschea seyadi

In fondo al viale, si profila grandiosa la moschea Shaikh Isa Bin Ali Al Khalifa, una delle più importanti e scenografiche della città, che risale a inizio ottocento, mentre a poca distanza da questa, lo storico palazzo fortificato che porta lo stesso nome era appunto la residenza della famiglia regnante Al Khalifa e tra fine del XIX e l'inizio del XX secolo fungeva anche da centro del governo della nazione. A questo punto i motivi di interesse si dipanano lungo due direzioni differenti: l'area a ovest del palazzo e a nord del viale Shailk Abdulla (purtroppo al tempo ingombra di cantieri) è caratterizzata da vicoli strettissimi e una moltitudine di storiche case tradizionali imbiancate a calce che formano un insieme molto pittoresco, ma è anche delimitata dal padiglione, ora chiamato Archaeologies of Green Pavillion, che il Bahrein portò all'expo di Milano del 2015.

palazzo al khalifa

moschea shaik isa

Il Perling Path prosegue invece in direzione sud e tocca altre residenze storiche, majlis (padiglioni dove ospiti e clienti venivano intrattenuti) e vecchi siti commerciali come il souq delle perle o gli amarat (vecchi magazzini, ora in rovina, in particolare quelli della ricca famiglia di mercanti di perle Fakhro), ma anche edifici più moderni, fino al Qalat Bu Mahir, il piccolo forte ottocentesco a guardia della baia situato all'estremità meridionale della città. I massicci lavori da una parte e il sole ormai alto (con grande aumento della temperatura annesso) dall'altra mi hanno impedito di proseguire oltre il palazzo Al Khalifa, suggerendomi invece di riprendere la strada verso l'aeroporto (badando bene di massimizzare i tratti all'ombra), senza rinunciare però a un veloce affaccio sul lungomare nei pressi della moschea Bazza per ammirare la baia che separa l'isola di Muharraq da quella di Bahrein.

tra i vicoli

La visita è stata dunque abbastanza superficiale e incompleta, ma ha mostrato tutta la potenzialità di questa città storica che, visitata in periodi dal clima più clemente, può senz'altro costituire una destinazione di notevole interesse. Di gente in giro non ce n'era molta, ma la popolazione locale pur se poco abituata alla vista di occidentali (stranieri ce ne sono, ma sono tutti provenienti dall'estremo oriente o dal subcontinente indiano per costituire forza lavoro) si è rivelata cortese e accogliente. Da segnalare infine che non tutti i caffè e le tavole calde incontrate accettavano pagamenti con carta, ma dei break fondamentali ho potuto farli nel fast food sul lato meridionale del Muharraq Garden e in un piccolo ma grazioso caffè sulla via del ritorno.

(30 agosto 2023)

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