martedì 18 luglio 2023

Istantanee: il diario del mio viaggio in Giordania

GIORDANIA (24 dicembre 2022 – 6 gennaio 2023)
Forse il 2023 potrebbe essere l'anno in cui regolare un po' di conti in sospeso?
diario di viaggio giordania
bandiere ovunque
Io intanto comincio a farlo da quello più fresco ma anche particolarmente doloroso: un anno fa infatti, a una settimana dalla partenza, il governo decise di togliere la Giordania dalla lista dei paesi dove si poteva andare (causa l'avvento di omicron e causa probabilmente anche di qualche pippa mentale di troppo di qualcuno lassù nella stanza dei bottoni, visto che in Giordania la situazione era migliore che in Italia e in un sacco di altri posti che in lista "c" c'erano rimasti), costringendomi ad annullare tutto all'ultimo momento e a trovare al volo un'alternativa (bella l'Extremadura però).
Nel 2022 sono stato stranamente poco fantasioso e ho seguito molto la massa: estate in Turchia, come la metà degli italiani che hanno viaggiato all'estero in estate, e ora Giordania, come metà degli italiani che hanno viaggiato all'estero in autunno...anche se ora in effetti è inverno.
Certo, insieme ci ho messo cosette comuni come il Kosovo, la Mecedonia del Nord, l'Azerbaijan e un po' di posti turchi non proprio battutissimi, ma in ogni caso non è la destinazione che ti apre la mente, bensì come decidi di guardarla.
E così, eccomi munito di macchina, proprio nel giorno di natale alle prese con i siti dove il cristianesimo prese vita, ma anche pronto a esplorare questo paese fino ai suoi angoli più reconditi.

Qualche considerazione iniziale:
betania diario di viaggio giordania
la marana
- anche in mezzo al nulla non è così difficile incontrare una coffee house:
- il fiume Giordano assomiglia a una delle marane che sfociano nel litorale romano...anche come vegetazione e pulizia dell'acqua, qui però di vecchi frigoriferi e tazze del cesso buttate lì non sembrano essercene;
- di nostri connazionali in effetti c'è n'è un numero esorbitante, tuttavia mi sono ritrovato a guardare la Terra Santa dal monte Nebo, come fece Mosè qualche millennio fa, circondato da chiassosi e simpatici greci;
- ho toccato l'acqua del Giordano: non mi sono bruciato.

Oggi non ho avuto molta fortuna con il tempo, perché piove da ieri sera quasi ininterrottamente.
In Giordania.
Non è ciò che molti potrebbero pensare, ma a quanto pare in inverno anche qui piove.
sempre bandiere
E non basta che mi sono dovuto vedere Madaba e i suoi tanti meravigliosi mosaici sotto la pioggia, ma arrivato alle rovine di Umm ar-Rasas sono riuscito giusto ad affacciarmi sul sito perché un violento e insistente temporale con tuoni e fulmini (e stare da solo in mezzo a una spianata con l'ombrello aperto a fare da parafulmine: anche no, grazie) mi ha ricacciato in macchina e costretto a proseguire.
Meno male che il cielo si è aperto proprio (e solo) mentre stavo per attraversare il Wadi Mujib, il "grand canyon" de 'ste parti, così almeno l'incredibile panorama me lo sono goduto tutto.
Poi, avvicinandosi a Karak, la pioggia è ripresa bella vigorosa, ma tanto ormai le 4 erano passate e quindi il castello mi tocca vedermelo domani, speriamo senza pioggia.
Comunque per ora non ho niente da lamentarmi, ieri le previsioni erano pessime (e infatti a Madaba pioveva pure ieri), mentre invece sul Mar Morto il cielo era tutto azzurro e faceva pure caldo così mi sono fatto il famoso bagno.
moda giordana
Però per farlo mi sono trovato un posticino (gratuito) bello alternativo: si chiama "salt beach" - nome che dice tutto - e all'acqua ci si arriva senza troppi problemi, non c'è nemmeno troppa immondizia. Bel posto si, molto affascinante. Certo se vuoi stare spaparanzato mezza giornata o più a poltrire non è adatto, per quello bisogna andare nei resort o nelle spiagge attrezzate a pagamento, ma per provare l'ebbrezza del galleggiamento estremo va più che bene, soprattutto a me che dopo mezz'ora di spiaggia mi sono già abbondantemente rotto le balle.
Le previsioni per i prossimi giorni sono incoraggianti, speriamo bene.

Guidare sulla "strada dei re" è una di quelle esperienze che chi va in Giordania non dovrebbe esimersi dal fare.
Si, perché si procede in un paesaggio marziano, dove montagne spoglie vengono intervallate da gole, canyon e vallette, dove ci si può imbattere in un castello in rovina, in una sparuta macchia di vegetazione che funge da riserva o in qualche incredibile punto panoramico.
aqaba diario di viaggio giordania
tutti al mare ad aqaba
Ieri la giornata si presentava soleggiata, anche se c'era un venticello che "te tajava in due", e per fortuna, che il percorso da fare era lungo e faticoso e farlo con la pioggia di Santo Stefano (ha anche allagato Petra pare, speriamo che per venerdì s'è asciugata) sarebbe stato quasi proibitivo.
Così, dopo la visita al castello di Karak, subito in marcia, che l'obiettivo era lontano.
Già, perché se è vero che la via dei re paesaggisticamente è clamorosa, è anche vero che è tortuosa, in saliscendi, non sempre molto larga, con interruzioni improvvise che ti costringono a deviazioni che "google maps santo subito" (mi sa che queste però erano dovute al diluvio del giorno prima) e capre, pecore e cani che potrebbero attraversare da un momento all'altro. Mettici pure che ogni tanto ti devi per forza fermare a fare qualche foto, che il castello di Shawbak che fai non te lo vedi?, che se attraversi un centro urbano un pò più grandicello ti ritrovi in una fila inchiodata (per restare in tema di luoghi biblici) perché c'è una macchina ferma in mezzo alla strada in doppia o tripla fila, c'è una macchina ferma in mezzo alla strada perché deve fare inversione a u o girare a sinistra e non può per la fila nell'altro senso, c'è un furgoncino di verdure fermo in mezzo alla strada, c'è un furgoncino non meglio precisato fermo in mezzo alla strada, le persone camminano in mezzo alla strada (e grazie, il marciapiede è intasato di vetture), c'è un cane in mezzo alla strada, c'è uno dei santi che hai tirato giù che cadendo si è spiaccicato proprio in mezzo alla strada (sempre per restare in tema biblico)...
anche io al mare
La sola Tafilah, che è grandicella, ha richiesto quasi un'ora per essere attraversata, compresa però una pausetta per un sontuoso pranzo rimediato da un fornaio che faceva delle spettacolari focacce ripiene di patate o verdure prendendo il tradizionale pane schiacciato e ripiegandolo in tre a formare una tasca: una sciccheria.
Dopo Dana e fino all'autostrada sono pure tornate le nuvole e un po' di nebbia rallentandomi ulteriormente, pure se senza pioggia, ma ho avuto la fortuna, attraversando la zona di Petra, di vedere un fascio di raggi di sole che bucava la coltre illuminando le alture rocciose che circondano l'antica metropoli nabatea (e ovviamente mi sono dovuto fermare a fare una foto).
aqaba diario di viaggio giordania
tramonto sul mar rosso
In tutto ciò quindi, per fare meno di 300 km ci sono volute quasi 7 ore. Alla fine però, dopo un ultimo tratto di autostrada in mezzo al deserto da cui spuntano rosse rupi rocciose, annunciata dalle ultime luci del giorno riflesse nel Mar Rosso, arriva Aqaba come un premio, come a volerti insignire del titolo di novello Lawrence d'Arabia.
Aqaba, dove farsi finalmente una giornata di relax, dove rimpinzarsi di pesce e farsi un po' di spiaggia: il sole c'era, 21 gradi pure, l'acqua è quasi calda, in costume mi ci sono messo, però con quel venticello, senza una muta il massimo cui puoi ambire è mettere i piedi a mollo.
Il tutto nell'attesa dei pezzi forti del viaggio.

L'oggetto delle relazioni più entusiastiche di un viaggio in Giordania quasi sempre è il deserto del Wadi Rum.
In effetti il posto è veramente clamoroso.
L'insieme di roccioni rossi sullo sfondo di un cielo azzurrissimo, stretti canyon, larghe vallate, distese di sabbia e silenzio irreale provoca sensazioni difficilmente replicabili altrove.
wadi rum diario di viaggio giordania
nel wadi rum
sul pickup ben organizzato
Su consiglio della guida, mi sono fatto tutta la giornata seduto sul cassone del suo pickup (mentre un 4x4 di un gruppetto di milanesi ci seguiva con solerzia) per godermi tutti i paesaggi al loro massimo (però se mi alzavo il vento era tostarello).
Lui ha ripetuto più volte che quello che abbiamo fatto non era il giro classico, che ci siamo inoltrati molto più nel profondo del deserto e infatti il GPS su google maps indicava che in alcuni punti eravamo davvero vicini al confine con l'Arabia Saudita e in effetti di altra gente ne abbiamo incontrata ben poca.
Sarà stato meglio del tour classico? Credo che non lo saprò mai, ma di certo c'è che è stato un tour meraviglioso.
nel wadi rum
tramonto nel wadi rum
Molto probabile è anche che di tutti i luoghi più citati nelle varie guide io abbia visto ben poco ma devo dire che non me ne frega granché: la grande vallata centrale l'ho percorsa solo la mattina della partenza, quando dall'accampamento dove ho passato la notte la mia brava guida mi ha riportato al villaggio e alla mia macchina.
Già, la notte. Credo che tutto sommato anche al villaggio la notte nel deserto te la godi eccome, però passarla in un accampamento beduino in mezzo al nulla (in realtà la mia "tenda" era una struttura in legno e c'era pure un edificio in muratura con bagno e docce con acqua calda, anche se la temperatura rigida dopo il tramonto rendeva la doccia una mera utopia) è davvero impagabile. Si vedevano talmente tante stelle che ci voleva molta fantasia per individuare le costellazioni.
E vabbè, il primo pezzo da novanta (ma pure cento direi) giordano è andato e ha mantenuto tutte le promesse.
Ora sono pronto per il secondo: Petra, arrivo.

Mortacci!
Questo è ciò che ti viene da dire visitando Petra.
petra diario di viaggio giordania
davanti al tesoro
petra diario di viaggio giordania
nel siq
Zitto zitto sono già arrivato alla mia quinta delle sette meraviglie e Petra meraviglia lo è indiscutibilmente e già da poco dopo aver varcato l'ingresso principale la sensazione di essere in un luogo unico comincia a diventare consapevolezza.
Perché quasi due chilometri di canyon stretto e altissimo non sono cosa da tutti i giorni, poi aggiungici che percorrendo la gola all'improvviso ti si presenta davanti la monumentale tomba scavata in una parete verticale di roccia che non a caso viene chiamata "il tesoro" e in testa ti parte inevitabilmente la musichetta di Indiana Jones.
Certo, tutto, musichetta compresa, viene mitigato dalle centinaia di turisti che ti stanno intorno, ma tu sei da solo e quindi l'unica cosa che riesci a fare è mormorare tra te e te: "mortacci".
E di "mortacci" ne dirai molti altri durante i due giorni di visita (oddio, in realtà non tutti per lo stupore, qualcuno è dedicato anche, come sono soliti dire i francesi, al "bucio di culo allucinante" che ti fai per raggiungere alcuni siti all'interno dell'area archeologica), perché se è vero che la prima mezz'ora (tanto ci vuole a percorrere il canyon fino al tesoro) è altamente spettacolare, è altrettanto vero che sei appena appena all'inizio.
petra diario di viaggio giordania
che fatica
L'antica capitale dei nabatei per i tempi era infatti una vera metropoli e i siti da visitare si spandono su diversi chilometri tra percorsi principali e alternativi, panorami iper-suggestivi e salite...tante salite, con molti punti che quanto a spettacolarità non hanno niente da invidiare a quello famosissimo che fa da traino.
E allora, vale senz'altro la pena dare fondo anche all'ultima riserva di energia pur di andare via senza rimpianti da questo luogo magico e in effetti penso di esserci riuscito.

Il primo giorno dell'anno l'ho celebrato con lo spostamento più lungo del viaggio: mi sono svegliato a Petra e sono andato a dormire a Jerash.
jerash diario di viaggio giordania
terrazza dell'ostello a jerash
petra diario di viaggio giordania
asino a petra
Farlo lungo la strada dei re sarebbe stato impossibile, ma l'autostrada mi ha invece permesso anche una deviazione per visitare le rovine di Umm Al Rasas, saltate all'andata per colpa di un insistente temporale (lo stesso che ha provocato le inondazioni a Petra? Io i fiumi di fango scorrere al lato della strada li ho visti), nonché di tempo, una volta arrivato a destinazione e posato i bagagli, per inerpicarmi fino alla cittadina di montagna di Ajlun, dal celebre castello che domina la scena sul cucuzzolo di un'altura.
Il sito archeologico di Jerash merita però tutta l'attenzione del caso: le rovine romane si spandono su un'area piuttosto vasta e sono di un livello che anche da noi è tutt'altro che facile trovare. Vi sono infatti vari edifici: templi, strade con lunghi colonnati, porte monumentali e ben due teatri in ottimo stato. Forse Petra e il Wadi Rum sono inarrivabili, ma Jerash distanzia sicuramente ogni altra cosa che si può vedere da queste parti.
Infine, per la serie: "città che i turisti non si cacano manco di striscio ma in cui io vado perché sono un esaltato del cazzo", sono venuto a dormire a Irbid, il principale centro del nord del paese.

Irbid, dicevamo.
La seconda città della Giordania non si può considerare un centro d'arte e di storia, anche se non è nemmeno nata ieri.
Di interessante c'è che qui si può vedere un'autentica città giordana lontana dai dettami dell'industria turistica, con un'atmosfera altrettanto autentica e la parte più centrale trasformata in un unico grande bazar.
diario di viaggio giordania
tiberiade da umm quais
Non manca nemmeno qualche chicca, come un bel museo ospitato in un edificio storico, ma tutto ciò non potrebbe comunque giustificare la fatica (nemmeno troppa a dir la verità) di arrivarci.
La verità è che Irbid è ottima come base per visitare i siti del nord del paese e che si trovano tutti nel raggio di qualche decina di chilometri. Umm Qais è il più importante tra questi, una delle città dell'antica decapolis che alle non trascurabili rovine antiche aggiunge quelle di un villaggio bombardato dagli israeliani durante la guerra del 1967, nonché l'emozionante vista panoramica sul vicinissimo lago di Tiberiade e sulle famigerate alture del Golan.
Di siti archeologici ve ne sono altri, ma bisogna prendere un po' coi piedi di piombo le indicazioni di google, sennò potrebbe capitarvi, come a me, di trovare si delle rovine, ma sperse in una valletta desolata su strade sterrate. Meno male che la civiltà era comunque vicina non intaccando la mia tranquillità. Molto più facile, riavvicinandosi alla capitale, scendere nella valle del Giordano e visitare le rovine, meno di valore stavolta, di Pella, altra città della decapolis.
diario di viaggio giordania
poca ansia
L'unico problema è che l'autostrada che dalla valle risaliva verso Amman era un cantiere e io mi sono fatto ingolosire da quello davanti a me che ci è imboccato con nonchalance. Quindi: chilometri di sterrato in salita, con quello davanti che si è fermato a metà e io che ho dovuto proseguire sotto la pioggia mentre già mi vedevo sotto a una frana di sassi e fango, per fortuna che ogni tanto qualche altro temerario si incontrava.
Vabbè, alla fine sono arrivato sano e salvo ad Amman, dove farò base questi ultimi giorni, ma non ho comunque finito di sforzare la macchina.

E il premio per la città più pittoresca della Giordania va a: Salt.
amman diario di viaggio giordania
photobomber ad amman
Inclusa da poco nella lista dell'UNESCO, questa cittadina arroccata sulle montagne alle porte di Amman è tra le poche del paese a poter vantare un aspetto tradizionale, con vicoli stretti e tortuosi, ripide scalinate e tanti edifici storici del XVIII e XIX secolo. Veramente un gioiellino dove perdersi col fiatone tra i tanti scorci suggestivi e le botteghe che ospitano artigiani o semplici negozi con prodotti della vita quotidiana.
Che dire invece di Amman?
La capitale è molto grande e piuttosto incasinata col traffico, visto che tra l'altro non c'è un metro di pianura. Ma la soluzione c'è se vuoi evitare di morire di vecchiaia ad ogni incrocio: evitare i grandi viali di scorrimento che percorrono le vallate (almeno da mezzogiorno alle 8 di sera), soprattutto se attraversano delle zone commerciali (sempre per quella storia che parcheggiano in doppia o tripla fila, si fermano in mezzo alle balle, da tre corsie le fanno diventare una, santi e madonne, eccetera) e preferire le vie medie che magari risalgono anche le colline, dove invece un'incredibile tranquillità regna sovrana e nelle stradine si trova pure facilmente parcheggio, spesso a pochi minuti a piedi dalla destinazione.
amman diario di viaggio giordania
teatro di amman
amman diario di viaggio giordania
gatti di amman
Di positivo c'è che, anche nel "centro storico", dove ci sono le cose da vedere e le facce occidentali abbondano, oppure nonostante le varie zone pregne di modernità del tipo "paese arabo col soldo", Amman conserva sempre è comunque una propria forte identità e un'affabile autenticità che ti mette nello spirito giusto e te la fa piacere.
Dopo due settimane e molti chilometri macinati in auto (e un po' anche a piedi), sono quindi arrivato alla fine anche di questo viaggio, ma come al solito per le ultime avventure e le considerazioni finali aspetterò di trovarmi a casa e aver lasciato sedimentare un minimo le emozioni e le vicissitudini che la Giordania mi ha regalato.

Dalla calda comodità del divano di casa (con vari problemi per l’assenza del segnale wifi di casa, un “bentornato” che avrei volentieri evitato), eccomi a concludere i racconti sul mio viaggio in Giordania.
azraq diario di viaggio giordania
minchia
amman diario di viaggio giordania
gatti di amman
Per l’ultima giornata intera mi sono riservato il tour dei castelli del deserto a est della capitale, antichi palazzi nobiliari sulle rotte carovaniere più che castelli, alcuni anche spettacolari, ma forse la cosa migliore è stata guidare in mezzo al deserto incontrando pochissime macchine (era anche venerdì e pure Amman a metà pomeriggio si è rivelata decisamente meno oppressiva quanto a traffico, ma ho il dubbio che le strade nel deserto siano vuote in qualsiasi giorno) e qualche cammello. Fa però un certo effetto vedere i cartelli stradali per il vicino confine con l’Arabia Saudita e ancora di più quelli per la frontiera con l’Iraq, pensando che sarebbero bastate meno di due ore di guida per raggiungerla. Alla fine la giornata è stata bella e interessante e, insieme agli ultimi giretti per fare un po’ di shopping in centro e dare un’occhiata agli ultimi siti che mi intrigavano nella periferia della metropoli prima di riconsegnare la macchina, ha fatto da degna chiusura a al viaggio in questo meraviglioso paese.
azraq diario di viaggio giordania
cosa si mangia ad azraq?
azraq diario di viaggio giordania
azraq
La Giordania da alcuni anni è diventata gettonatissima dagli italiani e nell’ultimo paio sembra diventata addirittura la meta preferita dai nostri connazionali, d’altronde è una terra interessante con panorami meravigliosi e attrazioni di buon livello, innalzata ancora di più da posti assolutamente strepitosi come Petra e il Wadi Rum (anche Jerash si eleva nettamente dalla media, però gli altri due sono davvero incredibili). Se poi ci aggiungi che è completamente sicura e con una popolazione gentile, affabile e onesta, si comprende appieno il suo crescente successo.
Di fatti particolari e considerazioni finali ce ne sono diversi:
- la via accanto al mio alloggio a Madaba ospitava quasi solo rivendite di alcolici e negozi di animali, accoppiata curiosa;
- mi sono ringraziato da solo più e più volte per aver deciso di portarmi gli scarponcini da trekking: se infatti si sono rivelati utili nel Wadi Rum e ancora più comodi a Petra, sono risultati fondamentali nei primi giorni, quando sotto l’abbondante pioggia, i marciapiedi lisci e marmorei di Madaba e Kakrak erano più scivolosi di una pista di pattinaggio su ghiaccio e con le normali sneakers si faticava a stare in piedi;
- ad Aqaba, la fascia subito dietro alla spiaggia in città era tutta occupata da piccoli orti;
- sull’autostrada tra Aqaba e il Wadi Rum ho incontrato prima un paio di cammelli che camminavano placidamente sulla corsia di emergenza e poco dopo uno che altrettanto seraficamente arrivava contromano sulla corsia di sorpasso;
cammelli fotogenici
cammelli fotogenici
- sempre parlando di cammelli, sappiamo tutti quanto siano fotogenici i gatti, che talvolta sembra che stiano proprio in posa, ma in pochi immaginano quanto effettivamente lo siano questi grossi quadrupedi del deserto, soprattutto quando li becchi di fianco, a una certa distanza e con la testa in alto;
- uno degli sport preferiti dalla popolazione locale di Petra sembra sia far arrivare a ogni costo i turisti fino al monastero, poiché ti viene proposto di tutto: scorciatoie miracolose, pulmini che arrivano lì vicino, in braccio, catapulte, teletrasporto o con l’aiuto di vari animali, ma soprattutto “coll’asino, amigo!”. La verità è che per arrivare fin lassù vi toccherà farvi il culo e l’unica alternativa è proprio il simpatico somarello;
- i menu al ristorante si sfogliano al contrario, da sinistra verso destra;
- le città si svegliano piuttosto tardi, prima delle 10 molti negozi sono ancora chiusi e di gente in giro se ne vede poca;
- su 15 giorni che sono stato lì, in 7 c’è stato almeno uno scroscio di pioggia e in due ne ha fatta davvero tanta, la notte faceva piuttosto freddo e se non c’era il sole anche di giorno era freschetto, soprattutto visto che un po’ di vento non mancava mai e, se si esclude la depressione del Mar Morto e la costa del Mar Rosso, ci si trova quasi sempre tra i 600 e i 1600 metri di quota;
- il caffè al cardamomo fa schifo;
- fuori ai caffè ci sono spesso dei tizi, ragazzini o adulti, ben in mezzo alla strada che agitano un vassoio, che ti fanno prendere un colpo alla guida sia perché rischi costantemente di investirli sia perché certe volte indossano giubbetti catarifrangenti su vestiti scuri sembrando guardie che agitano una paletta per fermarti, mortacci loro;
- si passa vicino a tanti confini: Iraq citato sopra a parte, si sfiorano l’Arabia Saudita e la Siria, l’Egitto ad Aqaba si trova solo oltre la fascia di una decina di chilometri dell’israeliana Eilat, a Israele poi ci si arriva solo a una manciata di metri;
petra è piena di animali
caprette a petra
- le macchine giordane sembrano evidentemente essere prive di frecce (oltre che del tergicristallo posteriore, cosa che con la pioggia è abbastanza fastidiosa), eppure la mia le aveva, in compenso i clacson funzionano benissimo, quindi non capisco perché i giordani sentano il bisogno di testarli continuamente;
- la cosa più fastidiosa del guidare ad Amman è che, quando per arrivare a destinazione si deve semplicemente proseguire dritti, spesso non è possibile perché la via dove sei ne incrocia una più grande senza la possibilità di attraversarla (e girare a sinistra può rivelarsi un problema di difficile soluzione nel raggio di qualche chilometro), oppure perché se vai dritto finisci su una rampa che svolta e per andare dritto devi invece uscire sulla destra, oppure perché la via dove ti trovi all’improvviso a un incrocio diventa senso unico nel verso opposto…che nervi.
Bel posto la Giordania, si. Sento però un forte bisogno di tornare verso lidi ancora più orientali.

Come d'abitudine, ecco infine il video del mio viaggio:



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