lunedì 7 luglio 2025

Istantanee: il diario del mio terzo viaggio in Giappone

GIAPPONE (20 dicembre 2024 - 4 gennaio 2025)

diario di viaggio in giappone
bambole
diario di viaggio in giappone
yanaka
Da quanto si evince dai social, pare che negli ultimi tempi vadano tutti in Giappone.
Bene, pure io.
D'altronde il cambio euro-yen favorevolissimo invoglia eccome.
Solo che questo è già il mio terzo viaggio in terra nipponica (e i primi due, sommati, sono durati 52 giorni), con un intervallo di ben 8 anni dal precedente e un viaggio sfumato all'ultimo un anno fa che mi è rimasto proprio sullo stomaco.
diario di viaggio in giappone
shibamata
mi sono perso qualcosa?
Forse le vacanze di natale sono un periodo un po' più insolito per visitarlo, ma i conti in sospeso vanno regolati (il 2023 mi aveva levato tutti i carichi pendenti, ma l'inverno e la primavera 2024 ne hanno subito aggiunti altri, già in parte recuperati: auspico un 2025 senza ulteriori intoppi, anche se varie situazioni politiche già si stanno mettendo in mezzo, incrocio le dita) e oltre a quello di cui sopra ne ho anche un altro col Sol Levante, che spero di regolare con l'aiuto di questo clima freddo ma col cielo pulito.
Eccomi dunque a Tokyo, con grandi aspettative e pronto ad iniziare un itinerario che toccherà anche, ma non solo, luoghi meno conosciuti.

Finalmente!
Come anticipato, uno dei motivi per cui volevo venire in Giappone anche una volta in inverno sono i cieli azzurri, quindi con la possibilità di vedute panoramiche.
diario di viaggio in giappone
dalla skytree
diario di viaggio in giappone
finalmente
E quindi è successo: ieri, al terzo viaggio e al 53-esimo giorno complessivo sono riuscito a vedere il Fuji nella sua interezza (senza cioè per i 3/4 superiori coperto dalle nuvole); ma andiamo con ordine.
Insisto nel dire che la zona di Yanaka-Nezu-Sendagi è la mia preferita della megalopoli, così il primo giorno l'ho speso per un tour più approfondito di queste parti che finora avevo sempre visitato un po' di fretta, allargandomi però anche intorno al quartiere dove alloggio, Minowa, poco turistica e molto autentica con diverse sorprese, fino ad arrivare alla pittoresca Shibamata.
Per la giornata successiva invece, ieri appunto, il programma diceva: gita a Kawagoe.
sulla skytree
diario di viaggio in giappone
dalla skytree
Si, la cittadina con tanti edifici storici in legno, ben tenuti e dalle forme originali, che le valgono il soprannome di "piccola Edo", è graziosa e vale la visita (anche se in effetti è ormai un unico grande centro commerciale per turisti), però il fatto sostanziale è che dal treno, complice l'aria limpida e soleggiata, si distingueva con chiarezza e nemmeno tanto lontana l'inconfondibile forma conica del grande vulcano spento che per i giapponesi simboleggia una vera e propria divinità.
In effetti è una montagna bellissima, sono emozionato: ho regolato il mio principale conto in sospeso con il paese del Sol Levante.
E continuando ad approfittare dei cieli azzurri e limpidi, oggi mi ero prenotato la salita alla Tokyo Skytree (l'ultima volta avevo rinunciato: che li spendi a fare i soldi per salire e non vedere una sega per il grigio e le nuvole?).
diario di viaggio in giappone
a spasso
diario di viaggio in giappone
giardini
Che dire: com'è strano il mondo da 450 metri di altezza. Da lassù si ha la piena percezione dell'immensità di Tokyo: i grattacieli di Shinjuku e Marunouchi sembrano giocattolini, la baia è lì che sembra di poterla toccare e anche il Fuji fa la sua dominante figura incombendo alle spalle di quel mare di case.
Due giorni con il Fuji ben visibile.
Ri - che emozione!
Per il resto, io che mi infilo in quartierini, giardini, vicoli, tempietti e zone commerciali dove non si vede l'ombra di un turista (sarà il freddo o stavolta il giro me lo sono preparato a dovere?).
Ora però sono venuto a dormire a Nagoya, per avvantaggiarmi sulla visita di domani.

Il santuario di Ise è il complesso religioso shinto più importante di tutto il Giappone: è qui infatti che per gran parte dell'anno dimora Amaterasu, la dea del sole, la divinità suprema progenitrice della casa imperiale.
ise
per strada\
La cittadina è però fuori dalle tratte ferroviarie principali e inoltre ogni 20 anni tutte le costruzioni vengono rifatte completamente (ci vogliono 8 anni, questo però è un anno senza cantieri), senza contare che gli edifici maggiori stanno in dei recinti chiusi dove possono entrare solo i religiosi e bisogna quindi ammirarli da fuori.
Ecco spiegato perché il sito non è tra i più gettonati dai turisti stranieri, l'ambientazione nel bosco e l'atmosfera da meta di pellegrinaggio per i giapponesi fanno però comunque la loro parte nella suggestione generale e io ho tolto un altro tassello dalla lista dei desideri.
Per il giorno di natale ho poi pensato bene di cominciare ad avventurarmi in zone dell'arcipelago in cui non ero mai passato, attraversando l'Honshu in larghezza fino alla costa che guarda verso la Corea, meno urbanizzata, in un tragitto tra montagne innevate che mi ha portato nella città di Tottori, famosa per un parco costiero con imponenti dune sabbiose. Una bella camminata tra templi e giardini tradizionali (uno bellissimo e incredibilmente placido, mi hanno pure offerto una tazza di spumosissimo tè verde matcha, che io non amo, ma questo era decisamente più godibile di quello che compri al konbini per fartelo a casa, quasi quasi ora mi compro pure la spazzoletta per mescolarlo a dovere) sui fianchi boscosi delle colline al margine del centro fino ai resti del castello, ha occupato il resto della giornata.
diario di viaggio in giappone
tottori
ise
Natale qui sarà pure un giorno feriale, ma molti negozi erano chiusi e di gente in giro c'è n'era molto poca, con appena un po' più di movimento al tramonto, quando si sono visti vari gruppetti di studentelli nelle loro classiche divise tornare a casa, mi sa che comunque, anche infischiandosene dei risvolti religiosi, a loro piace festeggiarlo e passarlo con la famiglia.
Io, dal canto mio, l'ho onorato con una bella cena a base di ramen e gyoza (ho davvero un debole per il ramen, manco fossi Naruto).

Dicevo l'altra volta che Ise è il santuario di riferimento perché casa di Amaterasu per quasi tutto l'anno, per undici mesi in effetti.
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tv sul treno
diario di viaggio in giappone
maccha e giardini
Già, perché invece pare che a novembre tutti gli dei dello shintoismo, compresa Amaterasu quindi, facciano una mega convention nel santuario della città di Izumo, che dunque per un mese l'anno diventa il centro delle attività religiose ed è quindi convenzionalmente considerato come il secondo complesso shinto per importanza del Giappone.
Pare inoltre che la divinità di casa, Okuninushi, sia quella preposta all'ammore e al matrimonio, per cui il luogo dovrebbe essere particolarmente frequentato da coppiette in cerca di benedizione o da single speranzosi...io però non ho visto né le une né gli altri.
L'Izumo Taisha sta ancora più infrattato dell'Ise Jungu visto che si trova sulla costa nord-occidentale, ma una volta che stai a Tottori basta proseguire verso ovest e ci sei.
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tombini giapponesi
diario di viaggio in giappone
yamaguchi
Izumo city poi non è niente di che e non vale la pena di perderci tanto tempo - che poi con il bus stazione-tempio e viceversa che ci mette 40 minuti buoni perché la metà li passa a fare i giretti di peppe nei pressi della prima e le coincidenze non sempre favorevoli, di tempo ne perdi eccome - mentre molto più graziosa è la capitale provinciale Matsue, con tanti canali, un bel castello col suo parco, una via con le case di samurai, quartierini gradevoli e un ampio fiume che la taglia sfociando nel grande lago Shinji (sta cosa che tanti toponimi si chiamano come i personaggi di anime e manga - lo so che è il contrario - è una figata): e si sa che io per i laghi ho un'attrazione particolare. Peccato non poterci passare più tempo, Matsue mi piace, è anche piena di gente simpatica come Negomi, che stava cenando coi genitori al tavolo di fronte e un mese fa è stata a Roma e Venezia: vedendo la cameriera in difficoltà nello spiegarmi i vari curry tra cui scegliere si è prontamente alzata a dare una mano, il suo inglese non era molto meglio di quello della cameriera ma in tre ci abbiamo raccapezzato qualcosa ed è stato divertente...il curry era pure ottimo.
Molto graziosa e piacevole è anche Yamaguchi, la capitale dell'ultima prefettura sud-occidentale dell'isola di Honshu, ci si arriva seguendo sempre la costa rocciosa e frastagliata sul Mar del Giappone, coperta di vegetazione, punteggiata di scogli e isolette e interrotta dalle vallette dei torrenti che spesso ospitano villaggi semi-isolati, prima di ritornare verso l'interno per l'ultimo tratto e ricongiungersi così alle linee degli shinkansen (ecco perché è una comoda tappa).
diario di viaggio in giappone
un bel souvenir
diario di viaggio in giappone
studenti e arcate
Yamaguchi è tranquilla, quasi sonnolenta, circondata da basse montagne boscose, senza grandi attrazioni ma con alcuni bei templi, giardini, parchi che riempiono delle colline, incantevoli passeggiate lungo il fiumiciattolo che l'attraversa, placidi quartieri residenziali con case in stile tradizionale e, udite udite, è quasi del tutto sprovvista di 7eleven e simili (che, da viaggiatore, però mi mancano).
Domani si risale finalmente su un treno veloce per puntare con decisione alla parte centro-meridionale del Kyushu: ne ho ancora di belle da vedere.

Eccomi quindi nel Kyushu, la grande isola meridionale, dove ero già stato 11 anni fa senza però spingermi oltre Fukuoka e Nagasaki.
kumamoto
diario di viaggio in giappone
tombini
Questa volta invece, il programma è più corposo, a cominciare da Kumamoto, la quasi metropoli, terza città dell'isola, famosa soprattutto per il forte terremoto del 2016 che danneggiò il suo castello, uno dei più grandi e scenografici del Giappone, ma famosa anche come città natale di Eichiiro Oda (ovvero il creatore di One Piece, il manga più di successo della storia). Il castello è quasi del tutto restaurato e visitarlo è appagante, i rimandi ai personaggi di One Piece ci sono, un giardino tradizionale bellissimo e un'animata zona centrale con le gallerie commerciali fanno il resto.
Kumamoto era però solo l'ultima tappa di avvicinamento al giro di boa del viaggio, uno degli obiettivi sognati: Kagoshima.
Questa città è il terminale meridionale degli shinkansen, ma la sua curiosità è quella di essere gemellata con Napoli, tanto che il viale che parte davanti la stazione porta il nome di Napoli-dori.
Perché tutto ciò?
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sotto al castello
kumamoto
Presto detto: sul lato opposto della baia ma a solo qualche chilometro dal centro campeggia maestoso un poderoso vulcano attivo, il Sakurajima.
Baia, vulcano e grande città: il gemellaggio ci sta tutto.
Sul battello che attraversava lo stretto braccio di mare ho anche fatto amicizia con una famigliola in vacanza: padre, madre e due graziose figlie di 24 e 22 anni; vedevo che mi guardavano e sorridevano con insistenza e così abbiamo cominciato a chiacchierare, dicevano che eravamo sullo stesso shinkansen e mi avevano notato (io no, ovviamente, nonostante le due graziose di cui sopra, ma immagino che qui sia molto più facile che loro notino me), si stavano facendo tre giorni di vacanza perché in Giappone non festeggiano il natale ma gli ultimi due e i primi tre giorni dell'anno è vacanza (quest'anno gli ci si attacca pure il week end), così ne approfittano.
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ansia
verso il vulcano
La famigliola aveva noleggiato un'auto per andarsene libera intorno al vulcano e poi puntare alla città di Miyazaki, io invece mi sono limitato a una passeggiata lungo la costa alle pendici della montagna potendola osservare più da vicino, talmente da vicino che mi sono accorto che quella nuvola sul picco secondario non era una nuvola ma IL VULCANO CHE FUMAVA...CAZZO. Che dire, un vulcano che sprigiona una colonna di fumo un po' d'ansia la mette, qui però erano tutti tranquilli.
Per il resto, Kagoshima non raggiunge le spettacolari vette di bellezza della città partenopea, però è un bel posto, con un centro vivace e molti rimandi al periodo della restaurazione Meiji e alla ribellione di Satsuma col suo leader, il samurai Takamori Saigo, celebrato come eroe tragico.
Domani ci si muove ancora, si ricomincia a salire, sempre restando nel Kyushu però.

Beppu è una delle località termali più famose e frequentate del Giappone: qui l'acqua calda sgorga più o meno ovunque e la frastagliata costa montuosa nord-orientale del Kyushu ci mette anche delle vedute panoramiche niente male.
diario di viaggio in giappone
per strada
diario di viaggio in giappone
per strada
Che c'è di meglio che passare gli ultimi due giorni dell'anno e la notte di San Silvestro comodamente sistemati in un hotel con sauna (mi sono spinto ad un livello leggermente superiore ai capsule, agli ostelli e ai business hotel dove di solito dormo in Giappone, ma nemmeno troppissimo), approfittando dei tanti bagni termali sparsi per il centro e potendo anche visitare cose insolite e pittoresche?
Per prima cosa, una visitina alla vicina cittadina di Kitsuki ci sta tutta, con il suo piccolo castello che si affaccia a picco sull'estuario del fiume Yasaka e due deliziosissimi quartierini di abitazioni tradizionali appartenute a famiglie di samurai. Certo, ogni volta che qui bisogna spostarsi col bus c'è da tremare: poche corse e con orari per nulla collegati a quelli dei treni, così perdi un sacco di tempo a grattarti in attesa, oppure fanno giri del cazzo e per fare 5 km ci mettono 40 minuti (Kitsuki, Kagoshima, Izumo, Ise, gli esempi cominciano a essere parecchi...viva il treno).
bambù
diario di viaggio in giappone
kitsuki
Piccola eccezione è stata proprio Beppu, un po' perché è più turistica e cosmopolita (ho visto più stranieri qui che in tutte le altre tappe - Tokyo esclusa - messe insieme, ci sono anche vari immigrati lavoratori) e quindi nonostante quasi metà delle corse soppresse per le vacanze (che poi, uno quando mai ci dovrebbe andare in un posto turistico? Un martedì di metà febbraio forse?) ne rimanevano abbastanza per non far lievitare troppo i tempi di attesa, ma soprattutto perché già la sera prima mi ero visto le tratte e gli orari, in modo da evitare di rimanere in fermata a prendermi a bottigliate sulle balle.
Beppu quindi: di bello ci sono i vari siti dove sgorgano le sorgenti calde, i cosiddetti "inferni" (jiguku), dando vita a pozze colorate, geyser, fanghi ribollenti, fumaiole e simili. Se Kagoshima aveva un vulcano con una colonna di fumo, a Beppu si vedono fumaiole ovunque, negli inferni, negli onsen, dai tombini, dai pediluvi sparsi per le strade, da non meglio precisati altarini e cumuli di rocce, è tutto una fumata. Meno ansiogena di quella di Kagoshima però.
al parco
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tombini
Poi, da fare è anche un bel bagno caldo in un onsen: ne ho scelto uno molto storico, tutto in legno, ma anche bello spartano all'interno, uscendo però ti senti come nuovo.
Per completare il soggiorno e finire l'anno manca solo una bella cenetta (ho trovato un izakaya carino con ragazzette gentili che servono e dove si mangia bene, non era scontato, metà dei locali sono chiusi e l'altra metà sono pieni, ad ogni modo, menù di capodanno: calamaro grigliato e sfilacciato ripassato col burro, yakisoba, sardine fritte con salsa, birra, birra, birra...), una passeggiata tra i vicoli a vedere come evolve la situazione e poi...e poi basta, tanto lo so che a mezzanotte non ci arrivo, è il vantaggio di viaggiare da solo all'altro capo del mondo durante le vacanze di natale.

Quando nel 2013 transitai per la prima volta da queste parti, fermandomi a Okayama giusto il tempo per visitare il suo meraviglioso giardino Koraku-en e buttare un occhio al castello prima di ripartire alla volta dello Shikoku, di Kurashiki non si parlava, non nei blog dei viaggiatori e appena un accenno nelle guide più diffuse, altrimenti di certo non mi sarei fatto sfuggire un luogo tanto pittoresco.
diario di viaggio in giappone
eki-bento
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ancora il fuji
Con il netto aumento del flusso turistico internazionale però, è ormai diventata una meta battuta anche dagli occidentali (i giapponesi ci sono sempre andati, d'altronde era così carina anche prima).
E dunque, Kurashiki è diventata l'ultima tappa del viaggio, la sosta che spezzava il lungo rientro fino a Tokyo.
Ma cos'ha di speciale questa cittadina? Presto detto: uno dei quartieri di case tradizionali più grandi e meglio conservati del paese (ricostruito e restaurato? Probabilmente, ma comunque scampato alla guerra), con anche un bel canale al centro ad aumentare la suggestione. 
diario di viaggio in giappone
nakano broadway
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fila al tempio
L'unico problema era la quantità immonda di gente, d'altronde qui è vacanza fino al 3, ma dormendoci ho comunque potuto fare un po' di belle foto alle 7:30 di mattina mentre andavo via.
Il rientro a Tokyo ha richiesto tutta la mattina, mi sono pure comprato un meraviglioso eki-bento a 9 scomparti tutto colorato per pranzare sul treno.
Così la prima mezza giornata di ritorno nella capitale l'ho usata per completare le esplorazioni a est del fiume Sumida, trovando subito una piacevolissima sorpresa.
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viva le miko
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fukagawa in festa
Il quartiere di Fukagawa era infatti in festa: intorno al santuario shinto e al tempio zen, vicini tra loro, le strade erano chiuse per un vivace mercato e la folla si aggirava tra le bancarelle o stava in fila per andare a pregare (è tradizione farlo in uno dei primi tre giorni dell'anno e infatti davanti a ogni complesso religioso di una certa rilevanza c'è la fila).
Mettici pure un bellissimo giardino tradizionale dal biglietto di ingresso particolarmente economico ed ecco che abbiamo un altro adorabile quartierino della grande Tokyo.
Ora, per gli ultimi due giorni nella megalopoli e le considerazioni finali, come al solito aspetterò di essere comodamente sdraiato sul divano di casa mia.

E dunque: tornato a casa dopo un estenuante volo di ritorno, tranquillo ma infinito, tornato a scuola con solo un giorno di riposo per riprendermi dal jet lag delle 8 ore di fuso (ci sono riuscito solo in parte, senza grandi sconvolgimenti ma dopo cena sto subito in coma, la mattina invece mi sveglio abbastanza presto ma non troppo prima del solito) e subito con un settima ora in orario, è il momento di tirare le somme di questo mio terzo viaggio nel paese del Sol Levante.
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micione a shinjuku
il sakurajima
Gli ultimi due giorni a Tokyo sono volati via tra shopping, incursioni in quartieri più battuti e famosi a rivivere l'atmosfera delle altre volte e visite a templi e santuari di un certo rilievo ma che ancora mi mancavano, tipo quello dei 47 ronin, quello molto controverso ma significativo dedicato ai combattenti morti nelle guerre per l'imperatore (tra i tanti, ce ne sono più di mille condannati dopo la II guerra mondiale per crimini di guerra) o quello dei maneki neko (volevo comprare lì qualche statuetta felina da regalare ma per acquistarle c'era una fila lunga e poi ne davano solo una a persona).
Il leit motiv è però stato quello dell'intero viaggio: sveglia presto per sfruttare tutte le ore di sole che qui tramonta presto, tanti chilometri a piedi (il contapassi è in media sempre stato oltre i 30000 giornalieri, con l'allucinante picco di 44000 del 3 gennaio, poi mi dicono com'è che quando viaggio dimagrisco sempre) e degli itinerari pianificati con troppa carne al fuoco.
Mai come questa volta infatti ho voluto vedere così tante cose e mi sono sfiancato per farlo, però alla fine sono felice di averlo fatto ed è questo che conta, mi sono rimaste però ancora parecchie voglie, soprattutto riguardo alla capitale, per cui prima o poi progetterò un altro viaggio concentrandomi solo su Tokyio e dintorni e Kyoto e dintorni (che stavolta ho totalmente ignorato), evitando magari di dover fare il JR Pass.
Per il resto che dire?
Amo il Giappone.
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yasukuni jinja
diario di viaggio in giappone
sogno
Mancavo da più di 8 anni e quasi mi scordavo quanto mi piaccia questo paese, quanto vorrei conoscerlo meglio e più approfonditamente, quanto mi ci trovo bene, quanto spesso mi ci trovo a interagire con persone deliziose. Mi è risalita una voglia matta, poi girarlo d'inverno, senza grondare sudore come una fontana per quella cazzo di umidità estiva è ancora più appagante.
Il tempo è però sempre poco...vabbè, passiamo al consueto elenco di fatti e curiosità con cui tradizionalmente concludo i miei diari di viaggio:
1- tantissime persone, in maggioranza le donne ma anche tanti uomini, girano con la mascherina: loro se la mettono anche quando sono semplicemente raffreddati per non spargere germi, ma erano davvero in tanti, quasi la metà delle persone in giro;
2- non so se sia collegato al primo punto (nello specifico al raffreddore), ma c'erano moltissime ragazze che con temperature tra i 5 e i 10 gradi se ne andavano tranquillamente in giro con dei gonnellini corti e senza calze, come in estate del resto (e non erano solo studentesse la cui divisa lo prevederebbe);
3- si sa che è il centro vitale della città, con tanti locali al suo interno e nei dintorni, ma di lunedì alle 9 di sera cosa ci stavano a fare migliaia e migliaia di persone alla stazione di Nagoya?
4- continuo a pensare che se ci fossero dei campionati mondiali di photobombing, i giapponesi li vincerebbero a mani basse. Non è possibile! Secondo me lo fanno apposta! Certe volte ti viene voglia di mettergli le mani addosso!
5- sul tetto della stazione di Kagoshima c'è una ruota panoramica;
6- gli autisti dei bus sono provvisti di microfono e non stanno zitti un secondo;
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passione
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maneki neko
7- durante il viaggio di ritorno a Tokyo da Osaka, lo shinkansen, che era pienissimo, si è quasi completamente svuotato a Odawara: possibile che andassero tutti ad Hakone per passare gli ultimi due giorni di vacanza alle terme?
8- ma quanta ansia ti mettono i vari cartelli che segnalano i punti dove rifugiarsi durante gli tsunami?
9- oltre ai famosi cat cafè, dog cafè, owl cafè e simili, ad Harajuku ho trovato anche il micropig cafè, dove spupazzarsi dei maialini nani tipo P-chan (non erano neri però, ma erano comunque talmente belli e teneri che ti saliva subito la voglia di dargli un mozzico);
10- se sei un collezionista di pedalini, il Giappone è decisamente il posto che fa per te: li vendono ovunque, anche in cartoleria, e sono di tutte le forme e i colori e con decorazioni di ogni tipo;
11- il 99% dei negozi di souvenir è incentrato principalmente sulla vendita di dolcetti;
12- la zona di Yanesen continua ad essere la mia preferita di Tokyo, anche se Koenji l'ha avvicinata e ho scoperto un sacco di altri quartierini deliziosi.
Giappone, già mi manchi. 
Tanto. 
Dannazione!


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