GIAPPONE (20 dicembre 2024 - 4 gennaio 2025)
Bene, pure io.
D'altronde il cambio euro-yen favorevolissimo invoglia eccome.
Solo che questo è già il mio terzo viaggio in terra nipponica (e i primi due, sommati, sono durati 52 giorni), con un intervallo di ben 8 anni dal precedente e un viaggio sfumato all'ultimo un anno fa che mi è rimasto proprio sullo stomaco.
shibamata |
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mi sono perso qualcosa? |
Eccomi dunque a Tokyo, con grandi aspettative e pronto ad iniziare un itinerario che toccherà anche, ma non solo, luoghi meno conosciuti.
Finalmente!
Come anticipato, uno dei motivi per cui volevo venire in Giappone anche una volta in inverno sono i cieli azzurri, quindi con la possibilità di vedute panoramiche.
dalla skytree |
finalmente |
Insisto nel dire che la zona di Yanaka-Nezu-Sendagi è la mia preferita della megalopoli, così il primo giorno l'ho speso per un tour più approfondito di queste parti che finora avevo sempre visitato un po' di fretta, allargandomi però anche intorno al quartiere dove alloggio, Minowa, poco turistica e molto autentica con diverse sorprese, fino ad arrivare alla pittoresca Shibamata.
Per la giornata successiva invece, ieri appunto, il programma diceva: gita a Kawagoe.
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sulla skytree |
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dalla skytree |
In effetti è una montagna bellissima, sono emozionato: ho regolato il mio principale conto in sospeso con il paese del Sol Levante.
E continuando ad approfittare dei cieli azzurri e limpidi, oggi mi ero prenotato la salita alla Tokyo Skytree (l'ultima volta avevo rinunciato: che li spendi a fare i soldi per salire e non vedere una sega per il grigio e le nuvole?).
a spasso |
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giardini |
Due giorni con il Fuji ben visibile.
Ri - che emozione!
Per il resto, io che mi infilo in quartierini, giardini, vicoli, tempietti e zone commerciali dove non si vede l'ombra di un turista (sarà il freddo o stavolta il giro me lo sono preparato a dovere?).
Ora però sono venuto a dormire a Nagoya, per avvantaggiarmi sulla visita di domani.
Il santuario di Ise è il complesso religioso shinto più importante di tutto il Giappone: è qui infatti che per gran parte dell'anno dimora Amaterasu, la dea del sole, la divinità suprema progenitrice della casa imperiale.
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ise |
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per strada\ |
Ecco spiegato perché il sito non è tra i più gettonati dai turisti stranieri, l'ambientazione nel bosco e l'atmosfera da meta di pellegrinaggio per i giapponesi fanno però comunque la loro parte nella suggestione generale e io ho tolto un altro tassello dalla lista dei desideri.
Per il giorno di natale ho poi pensato bene di cominciare ad avventurarmi in zone dell'arcipelago in cui non ero mai passato, attraversando l'Honshu in larghezza fino alla costa che guarda verso la Corea, meno urbanizzata, in un tragitto tra montagne innevate che mi ha portato nella città di Tottori, famosa per un parco costiero con imponenti dune sabbiose. Una bella camminata tra templi e giardini tradizionali (uno bellissimo e incredibilmente placido, mi hanno pure offerto una tazza di spumosissimo tè verde matcha, che io non amo, ma questo era decisamente più godibile di quello che compri al konbini per fartelo a casa, quasi quasi ora mi compro pure la spazzoletta per mescolarlo a dovere) sui fianchi boscosi delle colline al margine del centro fino ai resti del castello, ha occupato il resto della giornata.
tottori |
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ise |
Io, dal canto mio, l'ho onorato con una bella cena a base di ramen e gyoza (ho davvero un debole per il ramen, manco fossi Naruto).
Dicevo l'altra volta che Ise è il santuario di riferimento perché casa di Amaterasu per quasi tutto l'anno, per undici mesi in effetti.
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tv sul treno |
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maccha e giardini |
Pare inoltre che la divinità di casa, Okuninushi, sia quella preposta all'ammore e al matrimonio, per cui il luogo dovrebbe essere particolarmente frequentato da coppiette in cerca di benedizione o da single speranzosi...io però non ho visto né le une né gli altri.
L'Izumo Taisha sta ancora più infrattato dell'Ise Jungu visto che si trova sulla costa nord-occidentale, ma una volta che stai a Tottori basta proseguire verso ovest e ci sei.
tombini giapponesi |
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yamaguchi |
Molto graziosa e piacevole è anche Yamaguchi, la capitale dell'ultima prefettura sud-occidentale dell'isola di Honshu, ci si arriva seguendo sempre la costa rocciosa e frastagliata sul Mar del Giappone, coperta di vegetazione, punteggiata di scogli e isolette e interrotta dalle vallette dei torrenti che spesso ospitano villaggi semi-isolati, prima di ritornare verso l'interno per l'ultimo tratto e ricongiungersi così alle linee degli shinkansen (ecco perché è una comoda tappa).
un bel souvenir |
studenti e arcate |
Domani si risale finalmente su un treno veloce per puntare con decisione alla parte centro-meridionale del Kyushu: ne ho ancora di belle da vedere.
Eccomi quindi nel Kyushu, la grande isola meridionale, dove ero già stato 11 anni fa senza però spingermi oltre Fukuoka e Nagasaki.
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kumamoto |
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tombini |
Kumamoto era però solo l'ultima tappa di avvicinamento al giro di boa del viaggio, uno degli obiettivi sognati: Kagoshima.
Questa città è il terminale meridionale degli shinkansen, ma la sua curiosità è quella di essere gemellata con Napoli, tanto che il viale che parte davanti la stazione porta il nome di Napoli-dori.
Perché tutto ciò?
sotto al castello |
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kumamoto |
Baia, vulcano e grande città: il gemellaggio ci sta tutto.
Sul battello che attraversava lo stretto braccio di mare ho anche fatto amicizia con una famigliola in vacanza: padre, madre e due graziose figlie di 24 e 22 anni; vedevo che mi guardavano e sorridevano con insistenza e così abbiamo cominciato a chiacchierare, dicevano che eravamo sullo stesso shinkansen e mi avevano notato (io no, ovviamente, nonostante le due graziose di cui sopra, ma immagino che qui sia molto più facile che loro notino me), si stavano facendo tre giorni di vacanza perché in Giappone non festeggiano il natale ma gli ultimi due e i primi tre giorni dell'anno è vacanza (quest'anno gli ci si attacca pure il week end), così ne approfittano.
ansia |
verso il vulcano |
Per il resto, Kagoshima non raggiunge le spettacolari vette di bellezza della città partenopea, però è un bel posto, con un centro vivace e molti rimandi al periodo della restaurazione Meiji e alla ribellione di Satsuma col suo leader, il samurai Takamori Saigo, celebrato come eroe tragico.
Domani ci si muove ancora, si ricomincia a salire, sempre restando nel Kyushu però.
Beppu è una delle località termali più famose e frequentate del Giappone: qui l'acqua calda sgorga più o meno ovunque e la frastagliata costa montuosa nord-orientale del Kyushu ci mette anche delle vedute panoramiche niente male.
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per strada |
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per strada |
Per prima cosa, una visitina alla vicina cittadina di Kitsuki ci sta tutta, con il suo piccolo castello che si affaccia a picco sull'estuario del fiume Yasaka e due deliziosissimi quartierini di abitazioni tradizionali appartenute a famiglie di samurai. Certo, ogni volta che qui bisogna spostarsi col bus c'è da tremare: poche corse e con orari per nulla collegati a quelli dei treni, così perdi un sacco di tempo a grattarti in attesa, oppure fanno giri del cazzo e per fare 5 km ci mettono 40 minuti (Kitsuki, Kagoshima, Izumo, Ise, gli esempi cominciano a essere parecchi...viva il treno).
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bambù |
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kitsuki |
Beppu quindi: di bello ci sono i vari siti dove sgorgano le sorgenti calde, i cosiddetti "inferni" (jiguku), dando vita a pozze colorate, geyser, fanghi ribollenti, fumaiole e simili. Se Kagoshima aveva un vulcano con una colonna di fumo, a Beppu si vedono fumaiole ovunque, negli inferni, negli onsen, dai tombini, dai pediluvi sparsi per le strade, da non meglio precisati altarini e cumuli di rocce, è tutto una fumata. Meno ansiogena di quella di Kagoshima però.
al parco |
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tombini |
Per completare il soggiorno e finire l'anno manca solo una bella cenetta (ho trovato un izakaya carino con ragazzette gentili che servono e dove si mangia bene, non era scontato, metà dei locali sono chiusi e l'altra metà sono pieni, ad ogni modo, menù di capodanno: calamaro grigliato e sfilacciato ripassato col burro, yakisoba, sardine fritte con salsa, birra, birra, birra...), una passeggiata tra i vicoli a vedere come evolve la situazione e poi...e poi basta, tanto lo so che a mezzanotte non ci arrivo, è il vantaggio di viaggiare da solo all'altro capo del mondo durante le vacanze di natale.
Quando nel 2013 transitai per la prima volta da queste parti, fermandomi a Okayama giusto il tempo per visitare il suo meraviglioso giardino Koraku-en e buttare un occhio al castello prima di ripartire alla volta dello Shikoku, di Kurashiki non si parlava, non nei blog dei viaggiatori e appena un accenno nelle guide più diffuse, altrimenti di certo non mi sarei fatto sfuggire un luogo tanto pittoresco.
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eki-bento |
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ancora il fuji |
E dunque, Kurashiki è diventata l'ultima tappa del viaggio, la sosta che spezzava il lungo rientro fino a Tokyo.
Ma cos'ha di speciale questa cittadina? Presto detto: uno dei quartieri di case tradizionali più grandi e meglio conservati del paese (ricostruito e restaurato? Probabilmente, ma comunque scampato alla guerra), con anche un bel canale al centro ad aumentare la suggestione.
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nakano broadway |
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fila al tempio |
Il rientro a Tokyo ha richiesto tutta la mattina, mi sono pure comprato un meraviglioso eki-bento a 9 scomparti tutto colorato per pranzare sul treno.
Così la prima mezza giornata di ritorno nella capitale l'ho usata per completare le esplorazioni a est del fiume Sumida, trovando subito una piacevolissima sorpresa.
viva le miko |
fukagawa in festa |
Mettici pure un bellissimo giardino tradizionale dal biglietto di ingresso particolarmente economico ed ecco che abbiamo un altro adorabile quartierino della grande Tokyo.
Ora, per gli ultimi due giorni nella megalopoli e le considerazioni finali, come al solito aspetterò di essere comodamente sdraiato sul divano di casa mia.
E dunque: tornato a casa dopo un estenuante volo di ritorno, tranquillo ma infinito, tornato a scuola con solo un giorno di riposo per riprendermi dal jet lag delle 8 ore di fuso (ci sono riuscito solo in parte, senza grandi sconvolgimenti ma dopo cena sto subito in coma, la mattina invece mi sveglio abbastanza presto ma non troppo prima del solito) e subito con un settima ora in orario, è il momento di tirare le somme di questo mio terzo viaggio nel paese del Sol Levante.
micione a shinjuku |
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il sakurajima |
Il leit motiv è però stato quello dell'intero viaggio: sveglia presto per sfruttare tutte le ore di sole che qui tramonta presto, tanti chilometri a piedi (il contapassi è in media sempre stato oltre i 30000 giornalieri, con l'allucinante picco di 44000 del 3 gennaio, poi mi dicono com'è che quando viaggio dimagrisco sempre) e degli itinerari pianificati con troppa carne al fuoco.
Mai come questa volta infatti ho voluto vedere così tante cose e mi sono sfiancato per farlo, però alla fine sono felice di averlo fatto ed è questo che conta, mi sono rimaste però ancora parecchie voglie, soprattutto riguardo alla capitale, per cui prima o poi progetterò un altro viaggio concentrandomi solo su Tokyio e dintorni e Kyoto e dintorni (che stavolta ho totalmente ignorato), evitando magari di dover fare il JR Pass.
Per il resto che dire?
Amo il Giappone.
yasukuni jinja |
sogno |
Il tempo è però sempre poco...vabbè, passiamo al consueto elenco di fatti e curiosità con cui tradizionalmente concludo i miei diari di viaggio:
1- tantissime persone, in maggioranza le donne ma anche tanti uomini, girano con la mascherina: loro se la mettono anche quando sono semplicemente raffreddati per non spargere germi, ma erano davvero in tanti, quasi la metà delle persone in giro;
2- non so se sia collegato al primo punto (nello specifico al raffreddore), ma c'erano moltissime ragazze che con temperature tra i 5 e i 10 gradi se ne andavano tranquillamente in giro con dei gonnellini corti e senza calze, come in estate del resto (e non erano solo studentesse la cui divisa lo prevederebbe);
3- si sa che è il centro vitale della città, con tanti locali al suo interno e nei dintorni, ma di lunedì alle 9 di sera cosa ci stavano a fare migliaia e migliaia di persone alla stazione di Nagoya?
4- continuo a pensare che se ci fossero dei campionati mondiali di photobombing, i giapponesi li vincerebbero a mani basse. Non è possibile! Secondo me lo fanno apposta! Certe volte ti viene voglia di mettergli le mani addosso!
5- sul tetto della stazione di Kagoshima c'è una ruota panoramica;
6- gli autisti dei bus sono provvisti di microfono e non stanno zitti un secondo;
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passione |
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maneki neko |
8- ma quanta ansia ti mettono i vari cartelli che segnalano i punti dove rifugiarsi durante gli tsunami?
9- oltre ai famosi cat cafè, dog cafè, owl cafè e simili, ad Harajuku ho trovato anche il micropig cafè, dove spupazzarsi dei maialini nani tipo P-chan (non erano neri però, ma erano comunque talmente belli e teneri che ti saliva subito la voglia di dargli un mozzico);
10- se sei un collezionista di pedalini, il Giappone è decisamente il posto che fa per te: li vendono ovunque, anche in cartoleria, e sono di tutte le forme e i colori e con decorazioni di ogni tipo;
11- il 99% dei negozi di souvenir è incentrato principalmente sulla vendita di dolcetti;
12- la zona di Yanesen continua ad essere la mia preferita di Tokyo, anche se Koenji l'ha avvicinata e ho scoperto un sacco di altri quartierini deliziosi.
Giappone, già mi manchi.
Tanto.
Dannazione!
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