lunedì 20 ottobre 2014

Istantanee: Uzbekistan

Da quando mi sono smart-fonizzato e netbook-izzato è diventato molto facile interagire con i social network anche durante i viaggi, e ho preso così l'abitudine di scrivere, ogni sera o quasi, su FB le mie riflessioni a caldo sulla giornata di viaggio appena trascorsa. In realtà all'inizio era più che altro un modo per informare mia madre della situazione in cui mi trovavo, ma poi mi sono accorto che in molti leggevano con piacere quello che scrivevo; sotto l'etichetta Istantanee ho pensato dunque di raccogliere quei post, viaggio per viaggio, nazione per nazione, e di pubblicare l'insieme sul blog; ne viene così fuori uno scritto forse meno utile a livello di informazioni, ma molto più spontaneo e ruspante degli articoli ragionati su cui ho sempre basato i contenuti del blog stesso.

UZBEKISTAN (26/7/2014 – 10/8/2014)
1- Il volo Monaco-Tashkent costava 150 euro in meno di quello Roma-Tashkent! Fu dunque così che la prima tappa del viaggio lungo il tratto centrale della Via della Seta diventò la metropoli bavarese. Vuol dire che uno stinco e una Hofbrau segneranno l'inizio del mio viaggio

1b- Sempre bella Monaco, buona la birra, buono lo schnizel, bellissimo il parco olimpico, comodo da raggiungere l'aeroporto...poi arrivi a San Pietroburgo e scatta subito un'ora di ritardo...però c'è il wifi 

Tashkent, arrivo!


uzbekistan diario viaggio
cambiare i soldi con la carriola
2- E dunque si comincia ad esplorare Tashkent; per ora solo la zona vicino all'ostello, dove c'è quel che rimane della città vecchia (ovvero quasi in periferia), che è abbastanza piacevole e silenziosa, con stradine e case basse, anche se di vecchio non ha molto. La via principale che la attraversa sbuca poi in una monumentale spianata con un'enorme moschea (nuova) e una medressa (vecchia, ma ormai dentro ci sono i negozietti) e altri padiglioni islameggianti. Il bazaar invece è enorme ma curiosamente formato o da parti nuovissime non ancora completate (ma già funzionanti) o da parti fatiscenti, però nel padiglione 'ndo se magna mi sono fatto una bella zuppa con dei pezzi di una salsiccia di riso e carne, un paio di spiedini, una mezza ruota di pane (come le chiamava Terzani) che richiama molto le italiche focacce, e una tazza di un succo di qualche frutto non ben identificato a circa 6 euro.
Comunque la dicotomia islam-soviet sembra essere il leit motiv di questa metropoli.

Stasera un'amica penpal mi porta a cena in un ristorante tradizionale...vediamo un po' (il tavolo è per le 18:30...mica mi dovrò trasformare in gallina?).


uzbekistan diario viaggio
lada forever
3- Tashkent è fatta principalmente da larghissimi vialoni alberati con 5 corsie per ogni senso di marcia e fiancheggiati da giardini; abbastanza piacevole tutto sommato...però quando uno gira per una città, dopo un po' che sta sull'equivalente di Via delle Terme di Caracalla (senza terme ovviamente, ma con qualche palazzone sovietico ogni tanto) poi comincia a pensare: "ok, ma quindi? 'ndo sta la città? e gli oltre 2 milioni di abitanti che ci vivono 'ndo cazzo abitano?" infatti la città è estesissima. 
La "piazza" centrale (che ovviamente non è una piazza ma una spianata con giardini), con la statua equestre di Tamerlano, dà un bel colpo d'occhio, ma forse le cose migliori e più interessanti, monumenti e similari, stanno nei parchi; bello quello vicino al fiume nei pressi del palazzo del senato (cui non ci si può avvicinare nel raggio di qualche km perché i militari ti bloccano), con tante bellissime fontane.

Da brava città sovietica infine, le tre linee di metropolitana hanno le stazioni che sono opere d'arte, tutte con marmi, colonne, sculture e lampadari stupendi, ma non si possono fotografare.

Il ristorante tradizionale di ieri sera alla fine era molto bello davvero, però un po' pacchiano, tipo i nostri classici ristoranti da matrimonio...però il montone era squisito. 


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al pub: birra e musica classica
4- A Tashkent il 70% delle auto sono Chevrolet, in maggior parte Matiz...Matiz ovunque!! Però anche qualche vecchia Lada non manca!
Finalmente ho trovato un posto dove non sembra di stare in aperta periferia e ci sono i condomini sulla strada con i negozi al piano terra e un marciapiede, e si trova...in periferia!!! Sotto all'imponente torre della televisione alta 375 metri, che si vede praticamente da ogni punto della città ed è abbastanza impressionante.

Dove c'è un palazzo della politica, le recinzioni con le guardie che non ti fanno passare lo circondano in un'area ampissima, facendoti bestemmiare per la camminata inutile che ti costringono a fare per girargli intorno; così anche nel bel Navoi Park, dove a fianco c'è uno dei palazzi presidenziali...però il parco merita, anche se c'è una grossa statua che non ti fanno vedere (sempre per i cordoni di transenne con guardie che ti bloccano) e non ho capito perché! Comunque sembra evidente che la gente a passeggiare va nei parchi, soprattutto quelli dove magari ci sono anche un po' di giostre, anche perché la sensazione di camminare sul ciglio di una superstrada extraurbana anche in pieno centro città dopo un po' stufa anche loro!!

La città è sicura, visto anche che la polizia è ovunque, e anche nelle stazioni della metro ai turisti viene chiesto il passaporto; c'è da dire però che sono sempre molto gentili e ti fermano principalmente per scherzare o scambiare due chiacchiere se sanno un minimo di inglese.

Domani si lascia Tashkent con un volo interno alla volta di uno dei punti forti del viaggio: Khiva!


on the road again
5- Allora: Khiva è STRE-PI-TO-SA!!!! Magari è stata un po' "aiutata" a conservarsi così bene, però la sua imponente cinta muraria di fango secco, le case delle stesso materiale, la profusione di moschee e madrasse con i vari minareti che spuntano dal profilo cittadino, qualcuno con dei colori che lasciano senza fiato, sono di una suggestione tale che ti aspetti da un momento all'altro di scorgere Marco Polo alla testa di una carovana di cammelli!! 
La via della seta è qui, signori.

Per arrivarci una semplice ora e quaranta di volo da Tashkent (la Uzbekistan Air ha degli airbus nuovi nuovi...è andato tutto liscio come l'olio) sorvolando un'infinita e piatta distesa brulla di colore marroncino chiaro (credo che sarà molto noioso ritornare via terra) intervallata da chiazze verdi più o meno grandi dovute ai fiumi. 

Si atterra in una di queste chiazze, la più grande, nella sovietica e ordinata Urghench, tutta grandi spianate e ampi viali, dalla quale con un'oretta abbondante in bus non proprio facilissimo da trovare si arriva a Khiva (oppure 20 minuti in taxi).

Qui nonostante tutto l'acqua non manca, il possente Amu Darya non è lontano, e infatti la popolazione non manca mai di innaffiare le strade terrose per evitare che si alzi troppa polvere.

Tutto bellissimo insomma, solo che fuori dalla cittadella alcune zone, non tutte per fortuna, hanno l'aspetto che suppongo abbia in questo momento Gaza City!


uzbekistan diario viaggio
benvenuto
6- Khiva si visita con un biglietto che include le entrate a quasi tutto e anche la possibilità di scattare fotografie come ti pare e piace al costo di poco meno di 10 euro. In realtà nella città fortificata si può accedere liberamente, e c'è un tratto delle mura dove si può salire sempre, però perché privarsi di tutte le splendide attrazione che la cittadella contiene?
I siti interessanti sono moltissimi e già questa mattina mi sentivo come un ragazzino davanti a 40 torte buonissime con la possibilità di assaggiarle tutte, senza sapere da dove cominciare e con la paura di non poter finire.

In realtà una giornata è ampiamente sufficiente, e le decine di madrasse si assomigliano tutte un po' tra loro, tanto che per diversificarle nelle celle degli studenti ci hanno allestito dei piccoli musei, ma vale comunque la pena non perdersi nemmeno l'ultimo sasso!!

Una cosa particolare è che gli abitanti sono tutti gentilissimi, ti sorridono e ti salutano tutti e sempre, in particolar modo i bambini (e anche le ragazze...ma forse lì sono io che sorrido e saluto tutte, e loro che sono gentili ricambiano!).

Altra cosa splendida è che nonostante i turisti ci siano (gli italiani sono ben rappresentati) e sono molto diversificati (qui in Uzbekistan sto vedendo turisti che altrove non avevo mai visto, nemmeno in Mongolia o in Cambogia: all'ostello a Tashkent condividevo la camerata con un nepalese, mentre ieri al ristorante i vicini di tavolo erano indonesiani), in realtà sono piuttosto pochi...in Europa una meraviglia del genere sarebbe stata assaltata da oceani di turisti!!!

La cittadella è piena di gatti, cosa che ricorda un po' (e non solo quello le ricorda) le medine del Marocco...saggezza, dove ci sono i gatti non ci sono roditori...infatti a Tashkent, dove i gatti non ci sono, per strada un paio di zoccole (nel senso di topi, non di prostitute) le ho viste.

Infine una curiosità: c'è una ragazza giapponese che lavora nel ristorante del mio ostello, che è separato dall'ostello stesso, e un'altra ragazza giapponese che stava in una madrassa insieme con le ragazze autoctoni imparando a ricamare...le signore che lavoravano ai ferri mentre controllavano i biglietti ai turisti poi erano una sciccheria!!!


silk way project: magari!
7- Accanto alla porta orientale di Khiva c'è una piazzetta stupenda, con le facciate di due imponenti madrasse che si fronteggiano, e al lato una piccola moschea antica che ora però, benché sia visitabile, è usata principalmente come magazzino per le merci che vengono esposte sulle bancarelle della piazza. Proprio entrando nella moschea mi sono ritrovato davanti una ragazza davvero splendida, che ha la bancarella proprio lì davanti e la stava montando; in effetti deve essere abbastanza abituata agli sguardi sgomenti dei turisti uomini perché quando l'ho vista e ho sgranato gli occhi come il sorcio di "L'Era Glaciale" davanti all'enorme ghiandona, lei non si è minimamente scomposta e mi ha risposto con un caldo e sincero sorriso, e in effetti sembra che la cosa non le dia fastidio visto che poi ogni ogni volta che passavo lì davanti (cosa abbastanza frequente visto che subito fuori dalla porta orientale c'è il bazar, dove comprare litri di acqua fresca a metà prezzo rispetto a dentro la cittadella, nonché frittelle e sfoglie ripiene di carne e cipolla, ottime per un pranzo al volo con cibo da strada, oltre al fatto che la piazzetta, anche senza lei, è davvero forse il posto più bello di Khiva) mi riconosceva e mi faceva un sorriso o un gesto di saluto.
C'è da dire tuttavia che pur essendo pochissime le donne a capo coperto, e l'integralismo sembra ben lungi dall'essere qui, e tutti sono molto amichevoli e gentili, è bene ricordare che l'Uzbekistan è pur sempre un paese islamico e quindi essere simpatici e gentili si, ma occhio a sfarfallare troppo (inoltre a Tashkent, mentre ero a cena con la mia amica penpal e due sue amiche, i fratelli di ognuna di loro le hanno chiamate al telefono per sapere se era tutto a posto e quando tornavano...quindi: gli uomini italiani rendono gelosi i fratelli delle donne uzbeke, sappiatelo!).

Ora sono appena arrivato a Bukhara, dopo quasi 5 ore di viaggio in taxi condiviso (con 2 francesi e un uzbeko, oltre all'autista); 450 km, di cui buoni due terzi in mezzo al deserto, tra piccole trombe d'aria di sabbia e sagome di finte macchine della polizia messe per traverso.

Nonostante siano le 6 di pomeriggio, fa un caldo che ti spacca in due, ma ora esco a farmi un giro.

Ah, l'Amu Darya è davvero grosso!!!


uzbekistan diario viaggio
comunismo e tradizione
8- Bukhara è una città museo, d'altronde è LA città sulla via della seta, la capitale di quello che era l'emirato prima che "i communisti" decidessero di creare la repubblica sovietica dell'Uzbekistan, ed è anche una delle città sante più importanti dell'Islam, magari non come La Mecca...ma quasi.
La piazza centrale della città, sempre piena di gente e anche con un piacevole movimento serale, sta intorno a una grossa piscina (e canaletti fangosi e altre piccole piscine sono sparse un po' ovunque per il centro) ed è circondata da molte imponenti costruzioni; ma è poco più a nord che veramente si rimane a bocca aperta con due piazze: la prima con due meravigliose madrasse dalle facciate colorate che si fronteggiano, mentre poco più avanti, nell'altra piazzetta, ad un altra meravigliosa madrassa si contrappone l'ingresso della grande Moschea Kalon, la più importante dell'Asia centrale, con a fianco il minareto. Poco oltre ancora c'è anche una grossa e tozza fortezza detta Ark.

E poi, un po' ovunque ci sono altre madrasse, mausolei, moschee e palazzi antichi e/o nobiliari, insomma un patrimonio artistico veramente notevole sia come qualità che come quantità.

E poi...negozi di tappeti ovunque, alcuni talmente grandi che ricoprirebbero tutto il mio salotto...chissà quanto costano!

Il sole di Bukhara però è uno dei più potenti che ho mai sentito in vita mia, all'ombra fa caldo ma si sta abbastanza bene, ma come si mette piede al sole è come se arrivasse qualcuno e ti prendesse a randellate! e dall'una alle cinque è quasi impossibile girare a piedi.

Anche qui la gente è amichevole e gentile, tutti ti salutano e ti chiedono da dove vieni e come ti chiami (i bambini in particolare, ma non solo), e l'inglese è abbastanza conosciuto...certo anche qui i turisti sono vari e di provenienza molto diversificata, francesi, spagnoli e italiani i più numerosi, ma non proprio tantissimi, anche se mi hanno detto che il boom turistico c'è a ottobre, non ora...e ce credo, co' 'sto caldo!!!!!!


l'acqua che ti fa decollare
9- Samarcanda, un nome incredibilmente evocativo, che rimanda alle storie narrate dalla bella Sherazade nelle Mille e Una Notte, e che suggerisce carovane di cammelli sulla via della seta con Marco Polo alla testa.
Prima rasa al suolo da Gengis Khan e poi ricostruita 200 anni dopo da Tamerlano che ne fece la sua grande capitale, e ora perfettamente integrata nel suo ruolo di punta di diamante del turismo in Asia Centrale.

Per una volta però le grandi aspettative del luogo che doveva essere il più interessante del viaggio vengono rispettate, perché dalla prima passeggiata fatta la città è risultata bellissima, non solo nelle parti più caratteristiche, ma anche nei grandi spazi che gli ha donato il dominio sovietico. Il Registan poi per impressione, suggestione e grandiosità, potrebbe reggere tranquillamente il confronto col Colosseo (giuro che non sto bestemmiando), le piramidi, la città proibita, e chi più ne ha più ne metta (e poi tra le nuove 7 meraviglie ci hanno messo il cristo del corcovado...mah)!

Arrivarci è stato faticoso però: il treno moderno e veloce da Bukhara ce ne era solo 1 alle 8 di mattina, gli altri erano scassoni lentissimi; il taxi collettivo bisognava fare il cambio a Navoi; il mezzo migliore sembrava il bus, 4 ore di viaggio e vai...peccato che poi, una volta arrivato alla stazione dei bus, caricato il bagaglio e salito sul bus in questione questo è partito...2 ore e mezzo dopo (passate nel bus parcheggiato sotto a sole), solo quando si è riempito del tutto (nuova definizione di paese civile: paese dove i bus partono a certi orari dalla stazione e chi deve viaggiare va lì quegli orari, non dove si aspetta che arriva la gente e finché non è pieno non parte!!). In effetti il viaggio non sarebbe stato poi così male, la strada era larga e l'asfalto pur non essendo eccezionale non era terribile, se non fosse stato per il sole e i 41 gradi di temperatura (senza aria condizionata of course!).

Vabbè, domani è un altro giorno!!


10- Ma che faccia hanno 'sti uzbechi?
tamerlano
La maggior parte, dato che questa regione era un tempo famosa come Turkestan, ha dei tratti simili ai turchi, oppure alle popolazioni persiane (che sono similissime ai mediterranei), o magari ai tartari.

Poi ci sono i fenotipi russi, che sono in effetti integrati e mischiati completamente ma sono curiosi da vedere in mezzo a tutti 'sti mori, come il tizio che una sera mentre cenavo al mercato di Tashkent, russo di faccia ma uzbeko fino al midollo, tanto che era uscito pochissime volte da Tashkent, mi raccontava che Shymkent (la prima città dove andrò in Kazakhstan) non è granché, però ci fanno la birra più buona e famosa della nazione, che gli dà anche il nome (e questa per chi mi conosce sa che è una notizia piuttosto interessante).

Sono talmente mischiati che mi è anche sembrato di vedere famiglie con tratti somatici appartenenti a popolazioni diverse; per esempio la bellissima ragazza vicino alla porta orientale di Khiva di cui ho parlato qualche giorno fa aveva tratti turchi, ma quella che sembrava essere la sua sorellina (dico sorellina perché stava sempre con lei e visto che aveva una dozzina di anni era troppo grande per essere sua figlia) era russissima, e in effetti era stupenda anche lei visto che sembrava la versione adolescenziale della Sharapova.

Poi ci sono i misti curiosi, come per esempio la mia amica che ha capelli e tratti del viso tartari ma la pelle bianchissima di una siberiana.

Domani vado a fare una gita giornaliera a Shakhrisabz, la cittadina natale di Tamerlano!!!

Infine rischio di ripetermi, ma Samarcanda è molto bella e il Registan e DA PAURA!!!!!


11- Eccomi di nuovo a Tashkent, domani si va in Kazakistan. Riassumendo questi 12 giorni in Uzbekistan:
Khiva è un bijou

Bukhara è un museo

Samarcanda è bella e il Registan è veramente impressionante

Shakhrisabz è abbastanza carina e ruspante

Tashkent non è brutta ma è molto dispersiva

gli uzbeki sono un popolo adorabile

fa caldo
le carote sono gialle e alla gente piace mettersi tutti i denti d'oro (cosa abbastanza inquietante quando sorridono)
si sente Toto Cutugno ovunque
a cambiare i soldi ci devi andare con la carriola
i turisti sono pochi ma molto diversificati
i bambini non fanno altro che salutarti (e non solo loro) e chiederti da dove vieni e come ti chiami
fa caldo
le carote sono gialle cazzo
buonanotte!!!

Continua nella seconda parte: Istantanee Kazakistan e Kyrghizstan

Ecco un bel video dove faccio una passeggiata al tramonto nella città vecchia di Khiva, vale la pena dargli un'occhiata:





2 commenti:

  1. Questo è senza dubbio uno dei viaggi che più ti invidio!
    Ho sempre sentito parlare molto bene di Bukhara, e Samarcanda.. beh gia il nome mi fa sognare :)
    E poi voglio proprio vedere 'ste carote gialle!

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    Risposte
    1. Le città uzbeke sulla via della seta sono talmente belle che se non ci fossi stato mi invidierei pure io ^^
      Se ci vai però vedi di non perderti assolutamente Khiva, è davvero un gioiello. Sai, proprio ieri al fruttarolo vicino casa ho visto delle carote nere...sarà grave?
      Grazie della visita e del commento :-D

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